Tribunale

Perse la vita a soli 5 anni il piccolo Paolo, annegando nella piscina di un centro sportivo, adibito anche a struttura ricettiva, risultata poi costruita senza autorizzazione. A conclusione delle indagini, la pm di Trani Maria Isabella Scamarcio ha chiesto 4 condanne a pene comprese tra i 4 anni e i 18 mesi di reclusione e una assoluzione. Il fatto avvenne il 7 luglio 2017 a Terlizzi, in provincia di Bari. La Procura ha chiesto la condanna per i coniugi  proprietari della struttura e per la loro figlia, legale rappresentante del centro, per i reati di omicidio colposo e violazioni edilizie e sulla sicurezza: la piscina sarebbe stata realizzata abusivamente, in assenza di autorizzazione, e utilizzata senza un bagnino a bordo vasca né un locale per primo soccorso. Chiesta la condanna anche per l’ingegnere direttori dei lavori presunti abusivi, accusato anche di falso ideologico. Mentre per il fratello maggiore della vittima, accusato di omessa vigilanza, la Procura ha chiesto l’assoluzione. Prossima udienza il 5 aprile. Nel processo si sono costituiti parti civili i genitori, il fratello e il nonno del bimbo.