Un male incurabile diagnosticato appena pochi mesi fa, a ottobre, lo ha portato via a soli 44 anni, il 5 febbraio. Ancora increduli i suoi concittadini di Monopoli, che di Cosimo Corbacio, caporal maggiore dell’Esercito, ammiravano la grande dedizione al lavoro e il coraggio mostrato nelle varie missioni di pace in territori ad alto rischio, come Bulgaria, Albania, Iraq e Kosovo.

Per Cosimo Corbacio aiutare gli altri non era un dovere imposto dalla sua divisa, era un modo di essere: lo scorso maggio, era stato protagonista di un bellissimo gesto, che gli era valso anche una menzione d’onore da parte del Comune di Monopoli, quando si era tuffato nelle acque del porto di Monopoli per salvare un anziano finito accidentalmente in mare.

La famiglia, in questo momento di lancinante dolore, vuole dedicargli pubblicamente un pensiero, un commovente ricordo della sua bella persona:

“Vi presento un ragazzo dal triste destino, nato e cresciuto a Monopoli, bello come il sole, con un dolce sorriso, con un modo di fare semplice e garbato… il suo nome è Cosimo. Lo scorso 31 Ottobre gli viene diagnosticato il male del secolo e in soli 3 mesi il “maledetto” lo aggredisce con tanta ferocia, facendogli conoscere le sofferenze e i dolori più atroci e strappandolo definitivamente alla vita il 5 febbraio scorso. Cosimo, umile, generoso e altruista è stato un figlio dedito e pronto per i suoi genitori, fratello adorato, marito speciale, padre esemplare, militare con elevato senso del dovere. La sua è stata una storia molto particolare, fatta di momenti difficili che lo hanno visto protagonista di imprese rischiose, davanti a cui non si è mai sottratto, come per es. le diverse missioni di pace quali: Bulgaria, Albania, IRAQ e Kosovo… in alcuni luoghi ha vissuto delle realtà talmente forti che i più avrebbero dichiarato la ritirata. Lui, però, con alto senso del dovere ha portato a termine i compiti assegnatigli senza esitare. Quando ha deciso, con fermezza, in giovane età, di intraprendere la carriera militare ha messo in conto i rischi che tale attività comportava. Dopo diversi anni di servizio prestati presso la caserma di Remanzacco, ai confini dell’Italia, ha pianto per il distacco dalla sua Puglia, terra che tanto ha amato. Con sacrificio ha continuato il suo servizio a Roma perdendo parte della crescita del suo bambino Antonio che oggi, a soli 6 anni, è destinato a non vedere più il suo papà. Il 10 Gennaio ha avuto destinazione definitiva presso la caserma dell’esercito “Vitrani” della Pinerolo di Bari, ma purtroppo a destinazione fisicamente non è mai arrivato. È noto, praticamente a quasi tutti i suoi compaesani, un gesto eroico da lui compiuto lo scorso 2 Maggio, quando, incurante del pericolo e mosso dal suo spiccato senso di responsabilità, si è tuffato nelle acque portuali per salvare un anziano caduto accidentalmente in mare. Ha messo a rischio la sua vita per salvare quella degli altri…

Cosimo caro, fino all’ultimo dei tuoi giorni, hai continuato ad essere attento più agli altri che a te stesso,  ringraziando sempre tutti anche quando il grazie lo meritavi tu! Cosimo… hai sognato negli ultimi anni di riavvicinarti alla tua amata Puglia, ma mai avremmo voluto averti qui con noi in questo modo. Cosimo… ti chiedo un’ultima cosa: trasmettici la tua forza, il tuo coraggio e sii orgoglioso di tutto quello che hai fatto nella tua breve, ma intensa vita proprio come lo siamo noi di te. Il mondo ora è più povero senza un valoroso come te… il cielo sarà in festa per un nuovo e speciale Angelo in Paradiso. Tu, però, con i tuoi esempi di vita donaci la forza della tua umile superiorità…”