E mette in risalto la necessità di “andare incontro alle esigenze delle classi sociali più deboli, che in un momento di profonda crisi come l’attuale, con la recessione e l’inflazione che diventano ogni giorno più pesanti, non possono pagare tariffe di un bene essenziale come l’acqua stilate in periodi economicamente e socialmente ben diversi. Tariffe che devono essere rimodulate su basi più eque e coerenti con la condizione economica delle famiglie pugliesi. E’ incomprensibile – ribadisce Pugliese – non abbassare le tariffe alla luce degli utili ottenuti dall’Acquedotto Pugliese in questi anni: cambiare si può e si deve, per preservare la natura pubblica del bene acqua”.
L’esenzione dalle tariffe sarà possibile grazie ai fondi (110 milioni) messi in campo dalla Regione. “Finalmente – conclude Pugliese facendo riferimento all’esito del referendum – si prova concretamente a dar seguito a quanto la cittadinanza ha chiesto e ottenuto attraverso metodi legittimi e democratici”.

(Comunicato dell’Ufficio Stampa UIL)