Le due indagini, sia quella già archiviata circa il traffico dei bambini che quella sui finanziamenti, partono dalla stessa vicenda: il dossier creato ad arte dal dottor Roberto Giannico per screditare il Miulli e lo stesso lebbrosario presso cui lavorava, dopo il suo licenziamento, disposto nel 2009 da don Mimmo Laddaga.

Il prete, dirigente delle due strutture da parte della diocesi di Acquaviva, aveva allontanato dal nosocomio il medico dopo aver scoperto le falsificazioni di due cartelle cliniche per nascondere dei casi di malasanità. Roberto Giannico, a questo punto, aveva compilato un dossier dettagliato in cui si sarebbe provata un’attività finanziaria illecita da parte del Miulli che, “riciclando” i posti letto, sarebbe riuscito a ottenere finanziamenti dalla Regione, distraendoli dal lebbrosario.

Parallelamente il medico denunciava il traffico illecito di numerosi bambini nell’ospedale di Gioia del Colle, sottratti appena nati ai genitori, mostrando loro certificati di morte fasulli, e successivamente dati illegalmente in adozione ad altre famiglie. Una vicenda di 40 anni fa per cui sarebbero stati comprovati almeno due casi. Roberto Giannico aveva tentato di rendere pubblico questo dossier inviandolo a diverse testate giornalistiche e anche a diverse trasmissioni come “Annozero” o “le Iene” e “Striscia la Notizia”. Tutto questo, teso infangare il nome dell’Ente diocesano e convincere i dirigenti a pagare una somma di un milione e mezzo di euro, ribassata successivamente a 600mila euro.

Ma la strategia del dossieraggio non aveva portato ai risultati sperati, così, il medico si era rivolto alla mafia tarantina per commissionare l’omicidio di don Mimmo. Tentativo sventato dai Carabinieri, attraverso l’ascolto delle intercettazioni, che ha condotto Roberto Giannico agli arresti. Oggi sulla vicenda delle adozioni illegali la Procura di Bari ha posto un punto fermo. Ma l’indagine sui presunti finanziamenti illeciti continua. La Procura vuole verificare l’attendibilità delle dichiarazioni del medico e, a tal fine,  la Guardia di Finanza ha già preso in consegna nei mesi scorsi la documentazione contabile e finanziaria delle due cliniche.

Pasquale Amoruso