Daniele Musciacchio, il 34enne accusato di aver ucciso il proprio cognato Nicola Ladisa la mattina del 28 dicembre scorso in via Bux, nel quartiere Libertà di Bari, rimarrà in carcere. L’uomo è stato individuato in poco più di 10 ore dalla Squadra Mobile, sotto la guida del vice questore Giuseppe Valerio e la coordinazione del sostituto Giuseppe Dentamaro. Probabilmente il Musciacchio potrebbe essersi nascosto in un’autorimessa in attesa di una situazione più tranquilla.

Resta ancora un mistero il destino della pistola con cui il 34enne avrebbe sparato, pistola che si dice appartenesse alla vittima, Nicola Ladisa. Nella colluttazione che ha preceduto l’omicidio, l’arma sarebbe caduta dalle tasche di Ladisa, ma la sua ubicazione attuale rimane sconosciuta.

I rapporti tra Musciacchio e Ladisa erano tesi da diversi mesi, accentuatisi dopo la morte del suocero e padre dei due alla fine di maggio. Le tensioni erano emerse soprattutto riguardo alla suddivisione dell’eredità paterna, comprendente appartamenti, un lido a Palese e un’autorimessa in via Badudri, nelle vicinanze del luogo del delitto. Le discussioni tra Ladisa e sua sorella Marta, la moglie di Musciacchio, si erano intensificate, culminando in due quereli presentate dalla donna nei confronti del fratello a seguito di episodi di violenza.