L’IPhone di Patrizia Nettis, giornalista 41enne originaria di Gioia del Colle trovata morta nella sua casa a Fasano il 29 giugno scorso, è stato sbloccato; l’ingegnere informatico, incaricato dagli inquirenti, è riuscito a oltrepassare le barriere protettive imposte dalla Apple, e presto comunicherà loro tramite una relazione cosa è presente sul dispositivo. Messaggi, mail, foto e qualsiasi altro materiale multimediale presente sullo smartphone sarà utile ai pm per valutare le richieste di esumazione del cadavere della cronista e conseguente autopsia, avanzate dalla famiglia Nettis che non crede all’ipotesi di suicidio.

Le indagini

La Procura di Brindisi, intanto, ha iscritto nel registro degli indagati un imprenditore fasanese, per atti persecutori e istigazione al suicidio. Il 4 settembre l’ex marito della donna è stato ascoltato dagli inquirenti per comprendere se avesse sentito la 41enne poche ore prima del decesso. Stando alle ultime ricostruzioni sembrerebbe che Patrizia, mamma di un bambino di 9 anni e talentuosa professionista, prima di togliersi la vita sia stata vista litigare in strada con due uomini, tra cui l’indagato. I vicini di casa, inoltre, hanno raccontato di aver sentito la giornalista urlare a telefono: “Mi hai rovinato la vita”.

Incontri e telefonate che lasciano perplessi e alimentano i dubbi sul caso. Tra l’altro, secondo alcune indiscrezioni pare che la donna sia stata rinvenuta con le ginocchia piegate, poggiate quasi sul pavimento, una posizione che potrebbe confermare l’ipotesi di suicidio, ma al momento sembrerebbe non convincere del tutto gli inquirenti. Il computer della professionista non è stato ritrovato, altro tassello mancante in questa drammatica vicenda; il suo Apple Watch, collegato allo smartphone è stato consegnato prima all’ex marito della donna, per poi essere di nuovo sequestrato il 21 luglio; su questo dispositivo risulterebbe un’ultima chiamata effettuata da uno dei due uomini.