“Per soggiornare lì, non avremmo dovuto disturbare gli ospiti in vacanza. I clienti avrebbero potuto scrivere recensioni negative”. Questo quanto sarebbe stato chiesto dalla receptionist di un villaggio turistico di Vieste a una coppia di ragazzi ciechi di Roma desiderosa di poter visitare uno dei luoghi più incantevoli del Gargano. Una frase che ha infastidito non poco i giovani, tanto da far decidere loro di annullare la vacanza. Ma facciamo un passo indietro. Veronica e Mario, rispettivamente di 29 e 35 anni, hanno raccontato l’episodio dai tratti discriminatori al Corriere della Sera, spiegano di essere persone totalmente indipendenti e di non aver bisogno di assistenza continua; la coppia di speaker pubblicitari e radiofonici vive da sola a Roma.

“Verso la fine di maggio, per poter essere il più autonomi possibile, abbiamo iniziato a cercare un villaggio che avesse l’accesso alla spiaggia senza attraversamenti e fattori che potessero farci dipendere da qualcuno – hanno spiegato -. Spesso infatti abbiamo trovato villaggi con le navette ma questo comportava sempre che una persona dell’hotel venisse ad accompagnarci in spiaggia. Così a Mario viene in mente l’Hotel Gabbiano Beach a Vieste, un 4 stelle, perché in passato aveva soggiornato lì per tre anni consecutivi con un’altra persona non vedente ed era completamente fruibile”.

“Chiamiamo l’hotel e chiediamo se possono mostrarci i percorsi all’arrivo, come fecero con Mario e l’altra persona in passato, e ci rispondono che non ci sarebbe stato alcun problema – hanno affermato -. Il preventivo viene così accettato, con formula non rimborsabile, e paghiamo l’intero soggiorno dall’1 al 15 luglio, per oltre 3.500 euro”. Però, il giorno prima della partenza hanno ricevuto una chiamata dalla receptionist: “Ci ha chiesto a che ora saremmo arrivati affinché qualcuno potesse accoglierci e farci vedere i percorsi. All’improvviso però la telefonata cambia completamente toni: la signora ci dice che la struttura non è dotata di una persona che 24 ore su 24 possa dedicarsi a noi, non avevamo mai fatto una simile richiesta, ci chiede cosa ci aspettavamo dalla struttura e soprattutto ci dice che se io e il mio compagno avessimo voluto soggiornare lì, avremmo dovuto prometterle di non disturbare gli ospiti in vacanza“.

I ragazzi, piuttosto perplessi e infastiditi, hanno chiesto spiegazioni in merito. “Ci risponde che in passato alcuni disabili sono stati protagonisti di spiacevoli episodi e che molti clienti li hanno aiutati ma poi sono andati in reception a lamentarsi, poiché un 4 stelle non doveva dare agli ospiti un problema che gravasse così tanto su di loro. Inoltre questo ha portato a innumerevoli recensioni negative alla struttura”.

A quel punto Veronica ha raccontato che non è mai successo loro di dover chiedere aiuto ai clienti, ma sempre e solo al personale; le occasioni in cui gli altri ospiti hanno cercato di assisterli sono state totalmente spontanee e disinteressate. Eppure, l’operatrice non contenta avrebbe risposto: “Ogni aiuto non è mai spontaneo, dopo ogni buona azione fiumi di persone si sono lamentate per averle compiute e ci dice che la gente è cattiva”.

La coppia, stufa di quella imbarazzante querelle, ha chiesto a quel punto un rimborso alla struttura, che gli è stato concesso pur non essendo previsto. “È stata una palese discriminazione – ha spiegato la coppia -: ci vuole franchezza, una struttura non dovrebbe incolpare i clienti per giustificare i propri pregiudizi, e un potenziale cliente non dovrebbe mai sentirsi col morale a terra per via di una vacanza”.

Intanto la replica del villaggio turistico non si è fatta attendere. “I fatti narrati e diffusi meritano alcuni chiarimenti sul caso per eliminare ogni ombra di dubbio circa la disponibilità ad accogliere i turisti con disabilità nella struttura, come è sempre avvenuto. La nostra receptionist ha contattato i clienti semplicemente per sincerarsi che la loro condizione fosse compatibile con la loro scelta di venire in vacanza 14 giorni senza accompagnatore e spiegandogli che la struttura, avendo carenza di personale, non ha la possibilità di assisterli come vorrebbe. Al riguardo dei dubbi espressi da Veronica e Mario, circa la sensazione di essere stati discriminati, invitiamo a riflettere sul fatto che se avessimo voluto essere discriminatori, non li avremmo accettati sin dall’inizio, inoltre il signore aveva già soggiornato da noi per tre anni”.

“Il nostro villaggio non ha barriere architettoniche e ha numerosi turisti disabili che vengono ospitati nella struttura – si legge nella nota -. La telefonata è stata assolutamente in forma amichevole ed è stato il cliente a farci espressa richiesta di cancellazione, chiedendoci inoltre il rimborso completo, nonostante fosse una tariffa non rimborsabile. In via eccezionale è stato concesso ed emesso il giorno seguente”.