Nella mattina di oggi, 24 luglio, 171 persone, tra loro 20 donne e 51 minori, di cui 46 non accompagnati, sono sbarcate nel porto di Taranto, soccorse dalla nave Life Support di Emergency quattro giorni fa. Si tratta di naufraghi recuperati mediante 4 diverse operazioni di salvataggio. Tredici migranti sono stati fatti scendere già nel porto siciliano, poiché in condizioni di fragilità. Tutti provenienti da Benin, Camerun, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Egitto, Eritrea, Mali, Senegal, Sierra Leone, Siria e Sudan. In Tunisia e in Libia molti di loro sarebbero stati violentati e abusati.

“Vengo dalla Sierra Leone, nel 2020 il governo ha ucciso molti membri della mia famiglia perché oppositori politici. Sono dovuto scappare in Marocco per salvarmi. Ho trascorso molto tempo nel deserto e da lì sono andato in Libia dove hanno ucciso molti dei miei amici – ha raccontato un ragazzo soccorso dalla Life Support -. In Libia non c’è un vero governo e non ci sono diritti per i migranti, possono ucciderti per strada e a nessuno importa. Sono riuscito a fuggire in Tunisia per cercare di raggiungere l’Europa. Ma anche la Tunisia non era un buon posto per me. C’è molto razzismo adesso, a Sfax i tunisini attaccano spesso noi africani neri. Vengono nelle case in cui viviamo, ci rubano i soldi, i telefoni, ci picchiano anche per ore se non abbiamo soldi. Ho ancora tante cicatrici sul corpo”.

Intanto sempre oggi, 170 migranti minorenni, ospiti dell’hotspot di Lampedusa, sono stati accompagnati dalle Forze dell’Ordine in aeroporto, per imbarcarsi su un volo dell’Oim che li porterà a Bari. I ragazzini presenti nella struttura di prima accoglienza siciliana sono 399; solo ieri lì si è consumata una rissa tra sudanesi del nord e del sud. Nei giorni scorsi vi erano 910 giovanissimi, dopo che 11 di loro si sono allontanati dall’hotspot danneggiando un veicolo e tentando un furto. Il trasferimento di molti di loro è dovuto anche alla situazione di sovraffollamento in cui si trova l’isola.