La tragedia che ha stretto il cuore a una città intera. Oggi, 13 luglio a partire dalle 16, a Manfredonia si è svolto il funerale di Daniel e Stefan, i due fratellini romeni di 6 e 7 anni morti per annegamento in un vascone d’irrigazione agricola.

Il sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, ha proclamato il lutto cittadino: “Un grave evento che ha suscitato nella nostra comunità profondo sgomento e particolare vicinanza alla famiglia colpita da questa immane tragedia”. Le strade si impregnano, dunque, del silenzio luttuoso dove le bandiere sventolano a mezz’asta per tutto il giorno e le serrande dei negozi si abbassano per 10 minuti per l’inizio della messa officiata, nella cattedrale della città, dal vescovo Franco Moscone, incominciata qualche minuto più tardi del previsto, dato il malore avuto dalla mamma delle piccole vittime, Maria Francisca, nel vedere le due bare bianche ed è stata accompagnata in una delle due ambulanze che sostavano nei pressi della chiesa.

In molti si stringono alla famiglia dei bambini, come i parenti dei bambini, alcuni dei quali vivevano nella stessa masseria e lavoravano come braccianti così come i loro genitori. Anche la Caritas di Manfredonia, che si farà carico delle spese per il rito funebre dei due bambini, o il Cordoglio alla Camera dei deputati: in avvio di seduta, tutti i gruppi hanno preso la parola in aula per esprimere le loro condoglianze per la dolorosa vicenda.

Mentre le indagini della Polizia vanno avanti, seguendo la pista di omicidio colposo, ci sarebbe un indagato: il proprietario dell’azienda agricola è accusato di omessa custodia e vigilanza dei luoghi dai quali si accede allo specchio d’acqua e non avrebbe vigilato sullo stato della proprietà e della recinzione del vascone.

“Diventa sempre più necessaria la presa di coscienza responsabile dell’opinione pubblica e l’impegno concreto delle istituzioni civili per trovare vie di soluzione agli enormi problemi delle zone periferiche del comune – come dice il vescovo Moscone, proseguendo -. All’immigrazione è legato anche il grave problema dell’infanzia, molto spesso lasciata senza alcun controllo da parte dei genitori, impegnati nei lavori dei campi, e soprattutto privata della necessaria istruzione primaria ed educativa. Non possiamo ricordarci di loro solo quando succedono disgrazie”.