Il procuratore di Bari Roberto Rossi questa mattina, 28 giugno, è intervenuto sull’episodio del corteo funebre di moto contromano che ha sfilato dinanzi al carcere sabato scorso, dietro al feretro di Christian Di Gioia, il centauro 27enne morto a seguito di un incidente stradale tra il 21 e il 22 giugno. “I Carabinieri sono estranei all’incidente. Non tollereremo che il dolore si trasformi in minaccia e discredito”, ha affermato Rossi, riferendosi agli episodi di intimidazioni e aggressioni ai danni degli uomini dell’Arma.

Amici e familiari del ragazzo hanno da subito sostenuto una versione dei fatti che vedrebbe come principali responsabili i militari, che quella sera, a loro dire, avrebbero inseguito e speronato il giovane, con qualche precedente, causandone la morte. A nulla sembra valsa la nota ufficiale della Polizia Locale che ha escluso “il coinvolgimento di altri veicoli nella dinamica del sinistro”. Solo ieri il sindacato Carabinieri ha chiesto alla Procura di rendere pubblico il filmato dell’incidente, per mostrare davvero come siano andati i fatti. Il procuratore in merito a questo ha risposto: “Non serve diffondere elementi probatori, la mia parola è più importante dei video. Questa è una risposta istituzionale”.

“Su quello che è successo stiamo facendo ogni accertamento, ma non tollereremo che il dolore della famiglia possa diventare minaccia a chi ha sempre fatto il suo dovere – ha spiegato Rossi -. La minaccia non è mai legittimata dal dolore, le falsità non possono essere accettate e noi non tollereremo manifestazioni come quella del funerale, che sono espressione di un modello di criminalità organizzata”. Il procuratore ha espresso grande fiducia nei confronti dei Carabinieri, sottolineando come siano “stati inflessibili quando ci sono state delle mancanze da parte di militari“, quando necessario sottoposti a misure cautelari.