Il presidente di un’associazione nel Leccese è stato condannato a 2 anni di carcere per violenza sessuale aggravata nei confronti di una donna che faceva parte del suo stesso gruppo di volontariato. Il processo si è svolto con il rito abbreviato e per il momento l’imputato è stato beneficiato della pena sospesa e della non menzione. La notizia è stata riportata da La Gazzetta del Mezzogiorno che racconta come i fatti denunciati sarebbero accaduti nell’agosto 2020, quando l’uomo avrebbe chiesto alla presunta vittima, 20 anni più giovane di lui, se le andasse di bere una birra per trascorrere una serata insieme.

I due si conoscevano da anni, lei si fidava, lo considerava un amico e accettò senza indugi il suo invito. Eppure quella sera, stando ai racconti della donna, sarebbe andata in tutt’altro modo. L’uomo sarebbe andata a prenderla a casa, promettendole di andare in un locale della zona marittima, per poi imboccare un percorso completamente diverso tra le campagne salentine. Lui avrebbe parcheggiato l’auto e avrebbe tentato di violentare la ragazza, ritrovandosi dinanzi al fermo rifiuto della donna.

Ed è dopo le denunce di quest’ultima, arrivate a distanza di due giorni dalla vicenda, che è partito un procedimento a carico del presidente dell’associazione, per cui il pm aveva richiesto ben 3 anni di reclusione. L’uomo è stato condannato a 2 anni, sospeso dalla professione per un anno, interdetto dai pubblici uffici per l’intera durata della pena e interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, curatela o amministrazione di sostegno. La donna ha ottenuto una provvisionale di 10mila euro, assistita dall’avvocata Elvira Durante.

In aula è emerso come l’accusato il giorno dopo rispetto al presunto abuso avrebbe scritto un messaggio alla ragazza, chiedendole scusa e spiegando che “forse” avrebbe dovuto “fermarsi prima ma che un bacio avrebbe voluto darglielo da tempo”. Dopo la sentenza non è escluso che l’imputato, difeso dagli avvocati Giuseppe Bonsegna e Francesco Polo, decida di fare ricorso in appello.