Nella mattinata di oggi, una società con sede a Lecce è stata perquisita in relazione a un’indagine riguardante presunte attività fraudolente connesse ai fondi dell’Unione Europea destinati al programma “Garanzia Giovani”. Le indagini, avviate dalla Guardia di Finanza di Bari e coordinate dalla Procura Eppo di Roma, hanno portato all’emissione di un decreto di perquisizione nei confronti di due imprenditori baresi e di alcuni enti a loro riconducibili, tra cui una società operante a Lecce.

Secondo quanto riportato, l’inchiesta mira a chiarire un presunto raggiro avvenuto nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022, con un danno stimato per circa 8 milioni di euro nei confronti della Comunità Europea. Si sospetta che l’attività fraudolenta sia stata condotta attraverso l’emissione di fatture inesistenti per operazioni mai effettuate, al fine di ottenere finanziamenti destinati alla formazione professionale, al contrasto della disoccupazione e all’inserimento nel mondo del lavoro.

Il procuratore Francesco Testa, presso l’Eppo (European Public Prosecutor’s Office) di Roma, ha coordinato le indagini, focalizzate sulla presunta responsabilità di tre individui coinvolti nel presunto raggiro. Le autorità competenti hanno effettuato perquisizioni e ispezioni presso la sede della società leccese, al fine di raccogliere prove utili all’attività investigativa.

Si tratta di un evento che solleva seri dubbi sulla gestione dei fondi pubblici destinati a programmi di rilevanza sociale come “Garanzia Giovani”. È fondamentale che le autorità competenti portino avanti le indagini con rigore e trasparenza, assicurando che i responsabili vengano individuati e perseguite le relative responsabilità.

Questo episodio sottolinea l’importanza di una maggiore vigilanza e controllo nell’utilizzo dei fondi europei, al fine di garantire che vengano impiegati in modo efficace e conforme agli obiettivi prestabiliti, nel rispetto dei cittadini e delle finalità sociali che essi intendono promuovere.