Bari, via Ragusa tra il civico 22 e il civico 34, dalle 8 alle 11.30 del 23 novembre scorso: sono le coordinate di spazio e di tempo che hanno consentito di incastrare i tre presunti pusher del quartiere Madonnella, rione cuore della movida barese, arrestati una settimana fa in pieno giorno e tuttora detenuti. In 67 fotogrammi, estrapolati dalle telecamere di videosorveglianza della strada, sono stati immortalati i movimenti dei tre sospetti spacciatori e anche alcuni episodi di cessione di dosi, a due passi dalla scuola del quartiere.

Gli arrestati

I militari hanno arrestato in flagranza di reato Arcangelo Piccinni, 50enne, Ferri Guglielmi di 34 anni, Umberto Marilli di 54 anni, accusati di spaccio e detenzione di droga e detenzione di arma clandestina. Per i due indagati con precedenti specifici, Marilli e Piccinni, difesi dagli avvocati Renato D’Erasmo e Cristian Di Giusto, a seguito dell’udienza di convalida, il gip Angelo Salerno ha disposto la custodia cautelare in carcere, invece per Guglielmi, assistito da Luciano Marchianò, gli arresti domiciliari.

Le accuse

Guardando nel dettaglio le imputazioni, a Guglielmi è contestato lo spaccio di due dosi di eroina, la detenzione di altre 8 e di 130 euro in contanti. Marilli è accusato di detenere 4 panetti di hashish da 400 grammi, eroina del peso complessivo di circa un chilo, cocaina, materiale per il confezionamento della droga, bilancino, cellophane, oltre a 2.700 euro e una pistola calibro 7.65 di fabbricazione estera, clandestina. Per Piccinni la contestazione è di aver detenuto eroina, 155 dosi di cocaina, circa 200 grammi, oltre 8mila euro in banconote e, anche lui, materiale per confezionare le dosi.

L’indagine

I controlli dei Carabinieri sono cominciati alle 8:11 del 23 novembre, quando hanno notato Guglielmi uscire dalla propria abitazione, al civico 22 di via Ragusa, tenendo tra le mani una busta per raggiungere Marilli qualche porta più in là sulla stessa strada, al civico 32. Lì i due restano per 40 minuti e quando esce Guglielmi impugna lo stesso sacchetto, ma questa volta vuoto. Nei minuti successivi le telecamere immortalano altri scambi di involucri, di volta in volta nascosti in tasca e in un muretto. Al civico 34 di via Ragusa c’è un circolo ricreativo che gli indagati sembrano frequentare. Entrando nel circolo, poco dopo le 9, Piccinni indossa uno zaino che la successiva perquisizione ha rivelato contenere più di 7mila euro in contanti, ritenuti proventi dello spaccio di droga. Le dosi, hanno accertato i militari, venivano custodite in parte nel cofano e nel cruscotto della macchina e in parte in casa, nel portone (tra una porta in disuso e una lastra di marmo), in camera da letto tra la rete e il materasso o in buste in frigorifero.

Le cessioni di droga

Una delle due cessioni riprese dalla videosorveglianza e contestate nell’ordinanza d’arresto avviene alle 10:32. L’acquirente raggiunge a piedi il circolo ricreativo, esce poco dopo con Guglielmi al quale consegna una banconota e dopo qualche minuto gli fornisce in cambio un piccolo involucro con una dose di eroina. Alle 10:59 risale il secondo episodio di spaccio documentato: un’altra dose di eroina. C’è una certa presunta cessione di droga, non formalmente contestata perché non è stato possibile accertare il passaggio dello stupefacente, perché avvenuto tra Guglielmi e una persona alla guida di un’auto che subito dopo si è allontanata senza che i militari riuscissero a fermarla. Altri due episodi sospetti risalgono alle 11:24 e alle 11:30, anche questi non accertati, e riguardano la consegna di piccoli involucri a persone a bordo di moto.

È a questo punto che i Carabinieri sono intervenuti bloccando Gugliemi e Piccinni nel circolo ricreativo e Marilli a casa. Qui, con l’ausilio di personale cinofilo, hanno perquisito lo stabile al civico 22 e hanno trovato un vero e proprio bazar della droga. Nell’udienza di convalida dinanzi al Gip, i tre hanno ammesso gli addebiti rendendo spontanee dichiarazioni. Uno di loro ha spiegato di averlo fatto per necessità economica, un altro perché lui stesso tossicodipendente. Per il Gip i tre hanno rivelato «un’elevata capacità criminale», una «efficiente organizzazione nel gestire l’attività di spaccio, dislocando le dosi di stupefacente da cedere nelle immediate vicinanze e nel ricevere gli acquirenti nel circolo ricreativo».