L’assessore alla sanità pugliese, Pier Luigi Lopalco, ha spiegato in un lungo post su Facebook quanto sia difficile ipotizzare della tanto attesa immunità di gregge.

“È dall’inizio della pandemia che si tira in ballo il concetto di immunità di gregge – scrive Lopalco -. Tecnicamente, si definisce immunità di gregge quel livello di protezione immunitaria raggiunta da una popolazione tale che la diffusione dell’infezione sia fortemente rallentata fino ad essere bloccata. In una condizione di immunità di gregge, la minoranza della popolazione che non ha sviluppato immunità è comunque protetta dalla maggioranza di soggetti immunizzati”.

“Il concetto è molto delicato e difficilmente esprimibile con un solo numero – spiega -. Se la soglia per l’immunità di gregge calcolata per una data malattia è l’80%, non vuol dire che vaccinando l’80% della popolazione l’abbia raggiunta. Il vaccino infatti raramente ha una efficacia del 100%. Quindi ad una copertura vaccinale dell’80%, con un vaccino efficace al 90%, corrisponde una copertura immunitaria del 72%. Inoltre, anche con una copertura immunitaria dell’80%, potrebbe verificarsi il fenomeno del clustering dei suscettibili: i non vaccinati, cioè, possono appartenere tutti ad una sacca definita della popolazione (per età o per marginalità, ecc.) all’interno della quale il virus continuerebbe a circolare.
Se poi il vaccino che utilizziamo protegge contro la malattia, ma perde presto la sua efficacia contro l’infezione asintomatica, ecco che l’obiettivo dell’immunità di gregge facciamo meglio a scordarcelo”.
“Per questi motivi – continua – alla domanda sempre più pressante su quando raggiungeremo in Italia o nella mia regione l’immunità di gregge, preferisco non rispondere. Abbiamo comunque delle evidenze sul campo che ci hanno mostrato come, ad esempio in Israele, al raggiungimento della copertura vaccinale del 60% della popolazione l’ondata pandemica si sia bruscamente interrotta. A quel 60% di vaccinati va aggiunta la quota di popolazione che si era immunizzata naturalmente, quindi difficile estrapolare il dato per altre nazioni. Una cosa è comunque certa: il vaccino funziona alla grande per evitare i casi di malattia grave (perfino con una sola dose, come dimostra l’esperienza britannica). Questa evidenza ci impone dunque una regola banale: continuiamo a vaccinare più veloce che possiamo e nella maniera più appropriata possibile, dando sempre la precedenza a chi è più avanti con l’età”.
“In Puglia, dai 60 anni in su, il 90% circa della popolazione è stata raggiunta con la prima dose di vaccino. Dobbiamo raggiungere questo obiettivo anche dai 60 anni in giù. Le dosi di vaccino per farlo saranno disponibili prima della fine dell’estate. Avanti tutta, dunque! Gregge o non gregge, il vaccino segnerà la fine della pandemia”.