Una tavola apparecchiata con piatti, bicchieri e posate al centro di piazza della Libertà a Bari, davanti al palazzo della Prefettura, per chiedere “risposte e ristori immediati”: è l’iniziativa di protesta di un gruppo di ristoratori baresi contro le restrizioni alle loro attività imposte dall’emergenza sanitaria.

“Cominciamo oggi un presidio a oltranza in un luogo simbolico che abbiamo scelto come punto di incontro” – spiega il portavoce Gianni Del Mastro -. Chiediamo di essere ascoltati, di essere ricevuti dalla prefetta perché si faccia portavoce con il Governo della nostra disperazione. Dicembre è stato un mese terribile e se non arrivano aiuti a gennaio la metà della nostre attività chiuderà e fallirà”.

Davanti alla tavola apparecchiata è stato esposto uno striscione con la scritta “Se falliamo no fallite voi. La ristorazione va tutelata”. Per i prossimi giorni sono stati annunciati presidi a oltranza e uno sciopero della fame.

Ma non si è trattata dell’unica manifestazione di giornata. Una sessantina di docenti ha partecipato alla protesta organizzata dal sindacato Uil Scuola Puglia davanti alla sede della Regione Puglia, per chiedere modifiche all’ordinanza con la quale è stata disposta la didattica digitale integrata per tutte le scuole, eccetto la possibilità per le famiglie degli alunni del primo ciclo di chiedere la frequenza in presenza.

“Chiediamo al tavolo regionale una settimana di precauzione con tutti gli studenti in didattica a distanza – spiega il segretario regionale Gianni Verga – .Se c’è pericolo di contagi, lo si dica con un provvedimento come hanno fatto altre Regioni, ma la scelta non può essere delegata alle famiglie. Il nostro obiettivo è tornare tutti in presenza ma in sicurezza, con presidi sanitari nelle scuole, potenziamento dei trasporti e vaccini, altrimenti tutti in dad, perché la ddi è ingestibile”.

“Le nostre richieste erano chiare e trasmettevano il grido di allarme che ci perviene dal personale scolastico tutto, ma prima il Governo e poi la Regione di fatto ci riportano al periodo prenatalizio, a fronte di contagi quasi raddoppiati. Sono condizioni inaccettabili e insostenibili per gli istituti del territorio: la Regione cambi rotta o sarà sciopero – continua -. Basta con la scuola su richiesta, una soluzione che sta creando confusione e disagi non solo alle scuole pugliesi, ma anche a tante famiglie, basta con stress psicologico tramite messaggi di Facebook. Le istituzioni decidano una volta per tutte sulla salute dei cittadini, non ci possono essere mezze misure, ne la salute può essere delegata alla scelta delle famiglie. Per ritornare alla didattica in presenza occorrono misure di accompagnamento, che al momento non ci sono e che chiediamo da tempo, per garantire sicurezza nelle scuole. I trasporti non sono sicuri, mancano i presidi sanitari negli istituti scolastici così come richiesto dalla UIL in svariati frangenti, di vaccini non se ne parla proprio. Senza dimenticare il fallimento conclamato della didattica integrata, dannosa sia per chi la fa che per chi la riceve”.

“Invito la Regione a usare il buonsenso e a non perseverare in decisioni che si stanno rivelando inadeguate a tutelare studenti e lavoratori della scuola – conclude -. Se si ritiene che la scuola sia un luogo non sicuro e ad alto rischio di contagio, come più volte sostenuto dall’assessore Lopalco, si vada in didattica a distanza in attesa di attuare misure concrete per un ritorno in sicurezza fra i banchi, magari con un tasso di contagio meno elevato”.