Mentre la Regione non si assume la responsabilità di dichiarare la Puglia zona rossa, le pressioni sul sistema sanitario sono sempre più forti. Da più parti i medici hanno chiesto una decisione analoga a quella presa da Valle d’Aosta, Alto Adige e Abruzzo, le linee del 118 sono sempre intasate e i tempi di intervento dilatati a dismisura. Stamattina una signora di circa 60 anni è rimasta a terra sul marciapiede per un’ora, soccorsa da un’ambulanza casualmente di passaggio.

Ieri mattina, quasi in concomitanza con il malore di una donna in via Sparano, con gli agenti della Polizia costretti a cercare un medico tramite il megafono della volante, a Triggiano un uomo di 80 anni è stato preso in carico da un equipaggio della Gioia Soccorso e trasportato all’ospedale Di Venere con urgenza, dato che il 118 aveva le linee intasate alcuni passanti hanno chiamato un’ambulanza privata.

“Stavamo tornando da un intervento, eravamo in zona per fortuna, qualcuno aveva il nostro numero e ci ha chiamato. Io stessa ho provato più volte a chiamare la centrale operativa – ci ha detto la soccorritrice intervenuta con un collega -, ma non sono riuscita a parlare, a quel punto abbiamo deciso di intervenire. Era chiaro che il paziente doveva essere ospedalizzato, lo abbiamo caricato in ambulanza e trasportato al più vicino ospedale”.

L’intervento è stato eseguito in maniera totalmente gratuita, anche se a dirla tutta si tratta di una scelta dell’associazione, che normalmente dovrebbe farsi corrispondere il costo del trasporto: “Chiamate di persone che non riescono a parlare col 118 arrivano sempre più spesso ultimamente, noi contattiamo la centrale che a quel punto organizza l’intervento. La situazione nelle ultime settimane è notevolmente peggiorata, tutto il sistema è sotto pressione, ospedali e 118 non ce la fanno più. Ci è sembrato il caso di fare la nostra parte”.

L’uomo per fortuna ora sta bene, ma quanto successo ieri a Triggiano, caso mai ce ne fosse bisogno, è l’ennesima prova che la prevista seconda ondata del coronavirus sta travolgendo il sistema sanitario regionale, arrivato impreparato non per colpa di medici, infermieri e operatori di emergenza-urgenza, ora pericolosamente vicino al collasso.

“L’altra sera abbiamo portato una paziente fratturata al Policlinico, non c’era una barella libera, per poterle far fare una radiografia l’abbiamo accompagnata con la nostra – conclude la soccorritrice -. Nonostante quello che sentiamo dire in giro, noi trasportiamo anche i malati covid, che sono pazienti come tutti gli altri. Abbiamo preso il macchinario per sanificare le ambulanze apposta, se dovessimo metterci anche noi in coda con gli altri per la sanificazione dei mezzi tra un intervento e l’altro, se ne andrebbero ore”.