Beccata l’infermiera “mano lesta” dell’Oncologico di Bari. Da diverse settimane, infatti, la direzione sanitaria dell’Istituto era stata informata di numerosi ammanchi, denunciati da pazienti allettati e personale dell’ospedale. Oggi l’epilogo grottesco dell’escalation di furti.

Come sempre quando era di turno, l’infermiera ha accompagnato una donna nella stanza in cui si provvede a sottoporre i pazienti all’elettrocardiogramma. La dipendente è uscita, chiudendo la porta, per recarsi nella camera e sottrarre dal comodino dell’ammalata 250 euro. Appena rientrata dopo aver terminato l’esame, la figlia della vittima si è accorta dell’ammanco e ha chiamato la caposala. La responsabile a sua volta ha fatto in modo che sul posto giungesse la Polizia.

Quattro agenti in borghese hanno iniziato a fare domande fino a quando, dopo aver visionato tutte le immagini delle telecamere di videosorveglianza, hanno posto le loro attenzioni sull’infermiera. La donna ha prima fatto notare la sparizione del barattolo del caffè ad uso dei dipendenti e poi confessato alla Polizia di essere stata l’autrice del furto e di aver buttato il denaro nella spazzatura, dove ovviamente non è stato rinvenuto nulla.

A quanto pare, dalle immagini si vedrebbe un complice ritirare il barattolo del caffè, fatto poi ritrovare nella stanza degli infermieri. Il sospetto è che i 250 euro possano essere stati nascosti proprio nel recipiente. Solo un mese fa all’Oncologico erano stati chiamati i Carabinieri per cercare di capire come fosse stata possibile una serie di furti per un bottino complessivo di 400 euro. Non erano i primi episodi denunciati da pazienti, dai loro pazienti e da colleghi. La coincidenza strana era la presenza nei turni della stessa infermiera tutte le volte che si registrava un ammanco.

La donna dopo alcune ore è stata portata in Questura per gli ulteriori approfondimenti del caso. Già a gennaio scorso la Fials aveva segnalato il ripetersi di numerosi episodi del genere, in un caso avvenuto nello spogliatoio del personale addetto alle pulizie, e per questo chiedeva l’installazione all’interno della struttura di un numero più congruo di telecamere. Non è il primo caso di dipendente beccato con le mani nelle borse altrui.