“Vessato in ogni modo per via delle sue battaglie sindacali”. La denuncia è di Felice Scopece, responsabile dell’organizzazione sindacale CSA regioni autonomie locali per la provincia di Foggia. Protagonisti della vicenda, messa a conoscenza anche del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sono Antonio Mario Lerario, dirigente della Sezione Provveditorato ed Economato della Regione Puglia, e Carlo Cirasola, dipendente dello stesso Dipartimento oltre che componente del Comitato Unico di Garanzia e Responsabile della Sicurezza per i Lavoratori della Regione Puglia. “Vessatore” il primo, “vessato” l’altro.

Secondo quanto si legge in una lettere piena di dettagli e riferimenti normativi, il 7 novembre scorso, l’avvocato Alessandro Ieva avrebbe messo nero su bianco una serie di circostanze riconducibili alla condotta “sui generis” di Lerario nei confronti di Cirasola. “Condotta antisindacale e rappresaglia – si legge – messa in piedi attraverso continue ispezioni e controlli sul luogo di lavoro, sui permessi usufruiti come previsti dalla normativa, con conseguenti decurtazioni stipendiali a cominciare dal 22 ottobre scorso”.

Alcune delle proteste di Cirasola nei confronti di Lerario hanno riguardato l’eccessivo numero di telecamere per la videosorveglianza installate nei corridoi, in prossimità degli uffici e dei bagni del palazzo di via Gentile, senza informare preventivamente i sindacati; il trasferimento di un dirigente sindacale senza il preventivo nullaosta del sindacato all’organizzazione di appartenenza; l’omissione della liquidazione, per i dipendenti interessati, relative alle indennità chilometriche e lavoro straordinario già a cominciare dall’anno scorso; la protesta per la fornitura difforme dal capitolato d’appalto delle divise ai circa 60 Agenti del Nucleo di Vigilanza Tutela Controllo e Rappresentanza in tutta la Puglia; l’ostruzionismo da parte del Dirigente Lerario nell’approvazione del Regolamento del Nucleo di Vigilanza Tutela Controllo e Rappresentanza.

A detta di Scopece, dunque, “Lerario ha pianificato e messo in atto una persecuzione per mettere il bavaglio al collega sindacalista Cirasola, con un formale provvedimento sottoscritto dai componenti della Sezione a firma di Lerario e delle funzionarie Savoia e Adorno, con il quale a loro dire, a causa dei vari permessi usufruiti per legge dal collega sindacalista, ravvisano una incompatibilità con gli impegni previsti di turnazione e reperibilità, circostanza mai segnalata fino a quel momento e che adesso assumerebbe significato di evidente punizione, contravvenendo con abuso di ufficio ad ogni
norma prevista dal contratto dei lavoratori”.

A Cirasola è stato quindi intimato di osservare solo l’orario di lavoro antimeridiano, procurando allo stesso disagi per l’impedimento dell’esercizio sindacale dovuti alla conseguente riduzione del monte ore per i permessi previsti.

“Esistono forti sospetti – tuona Scopece – che la condotta antisindacale posta in essere dal dirigente della Regione Puglia vìoli lo Statuto dei Lavoratori approvato con la Legge 300/1970, che prevede una specifica tutela per i dirigenti sindacali accreditati. A sostegno di quanto dichiarato abbiamo prodotto numerosi documenti”. La CSA ha intenzione di ha intenzione di rivolgersi al Tribunale del Lavoro, affinché “metta fine alla condotta antisindacale (art. 28 della L. 300/20 maggio 1970 (Statuto dei lavoratori)”. Non solo.

“Nella mia qualità ravvedo il fenomeno della violenza psicologica sul luogo di lavoro – continua Scopece -. Il miglior modo di contrastare i fenomeni di violenza in ambito lavorativo è diffonderne la conoscenza, sia tra i lavoratori che nelle Rappresentanze Istituzionali. Il Sindacato deve pretendere che vengano messe in atto attività concrete atte a prevenire e contrastare l’insorgenza e la diffusione del fenomeno del mobbing e dello straining nei luoghi di lavoro. Il tutto al fine di attuare al meglio i principi costituzionali enunciati negli articoli 2, 3, 4, 32, 35 e 37 della Costituzione e per dar seguito a quanto previsto dal novellato art. 28 del D.LGS 81/2008 s.m.i.”.

Precisa la richiesta finale. “Ai rappresentanti istituzionali – conclude il sindacalista – chiedo di rimuovere il dirigente Antonio Mario Lerario dall’incarico rivestito presso la sezione Provveditorato ed Economato al fine di prevenire ulteriori danni alla collettività”.