Sono passati ormai diversi anni da quando ho lasciato il mondo della scuola, eppure ricordo ancora oggi con affetto gli anni delle superiori. I professori più o meno severi, le materie indigeste e quelle preferite, le prime cotte, i volti dei compagni di classe. Altri tempi, all’epoca le classi erano decisamente numerose: 25, 26 e perfino 30 ragazzi, i docenti si lamentavano per la mole di lavoro, ma soprattutto per la difficoltà di dover insegnare a così tanti studenti, profondamente diversi tra loro e da gestire tutti insieme.

Difficile trasmettere il sapere come si deve in quelle condizioni, dicevano. Oggi le cose sono decisamente cambiate. Vuoi perché l’Italia invecchia, vuoi per il calo delle nascite, di questi tempi le classi sono decisamente meno affollate. Alla sede di Palese dell’Istituto Majorana, sono andati decisamente oltre, puntando probabilmente alla formazione di eccellenza. Sì, perché qui c’è una seconda addirittura di solo due studenti.

Si tratta di una classe cosi detta aggregata, una di quelle che condivide con gli studenti dell’indirizzo audiovisivo i professori per alcune materie, religione, educazione fisica e inglese, ma per le altre, più tecniche e specifiche dell’indirizzo, fa lezione a sé.

Per Legge non si possono avere classi così piccole, eppure la preside, Paola Petruzzelli, probabilmente tiene così tanto alla qualità dell’insegnamento impartito ai suoi alunni, da aver deciso di “forzare la mano”. Certo a volte capita che entrambi i ragazzi siano malati, e dunque i professori vengono pagati per andare a scuola a girarsi i pollici, col conseguente danno erariale a spese dei contribuenti. Purtroppo è lo scotto da pagare per avere (due soli) studenti seguitissimi, quasi come se facessero lezioni private individuali. Alla faccia di quanti si lamentano della scuola italiana.