Non una recita ma una manifestazione unicamente improntata a esaltare e promuovere i diritti dei bambini. Sarebbero sterili le polemiche sollevate da una parte dei genitori sull’iniziativa dell’istituto Perone-Levi: l’evento verrà celebrato qualche giorno prima del 25 dicembre, ma non è una recita di fine anno e col Natale non c’entra davvero nulla.

Il 22 dicembre rappresenterà la conclusione di un percorso condotto dalle classi della scuola e relativo alle tematiche dell’infanzia ed in particolare dei diritti dell’infanzia, sanciti nella Convenzione Internazionale dell’Infanzia. Gli alunni, prima in corteo e dopo in auditorium, parleranno e racconteranno “i diritti dei bambini”.

L’obiettivo è quello di creare le basi per la formazione di cittadine e cittadini responsabili e consapevoli dei diritti e dei doveri di ciascuno, educare alla complessità favorendo lo sviluppo di una cultura di pace e solidarietà. Tutti temi importanti, soprattutto in un quartiere delicato come il Libertà.

Per quanto riguarda l’accesso ad un numero limitato di genitori, punto che aveva fatto storcere il naso a una parte delle famiglie, i margini di manovra sono ristrettissimi. L’auditorium della Levi ha una determinata capienza da rispettare ed è impossibile quindi accogliere un numero maggiore garantendo ugualmente le necessarie misure di sicurezza.

Anzi, la tecnica del sorteggio è parsa la più adeguata a fugare qualsiasi ipotesi di preferenza. Impedire l’accesso a tutti, invece, avrebbe avuto il sapore della beffa perché si sarebbe andati contro la finalità del progetto stesso. L’unica eccezione è rappresentata dai genitori di quinta ma per il semplice motivo che le classi che aderiscono hanno un numero inferiore rispetto alle altre e, pertanto, restano più posti a disposizione.

Inoltre non sarebbe la prima volta che l’istituto ricorre al sorteggio per la partecipazione agli eventi scolastici. Da quanto abbiamo appurato, infatti, già lo scorso marzo era stata organizzata una manifestazione del genere con mamme e papà che furono estratti a sorte. All’epoca, però, nessuna polemica e nessuna lamentela.