«È la seconda volta oggi». Il tono di voce dell’autista è sconsolato, ai passeggeri che lo guardano anche la postura parla chiaro: metaforicamente, gli sono letteralmente cadute le braccia. Sono le 20.30 circa e l’autobus che sta guidando, la vettura 7054 in servizio sulla linea 3, lo ha abbandonato in via Crispi.

«Ci stavamo lamentando per il caldo pazzesco e abbiamo chiesto di accendere l’aria condizionata – racconta una passeggera – a quel punto l’autobus si è prima fermato e poi si è spento».

«Dopo un po’ di tempo è arrivato un meccanico – prosegue il racconto – e si è smesso a smanettare. Ha spento le luci di emergenza, ha trafficato vicino al quadro degli strumenti, ha aperto e chiuso le porte del mezzo forse per controllare che funzionassero, fatto sta che l’autobus è ripartito e noi abbiamo potuto proseguire, per fortuna».

Già, per fortuna. Ormai ai passeggeri e agli autisti dell’Amtab non resta che confidare ciecamente nella buona sorte. Che se si affidano ai vertici dell’azienda, allora possono stare freschi. O caldi a seconda della stagione. Al freddo d’inverso e al caldo d’estate. oppure per strada.