Bari, metà pomeriggio, piazza Moro. Parcheggio regolarmente l’auto sulle strisce blu, avvio la sosta con l’app, scendo e mi accingo ad allontanarmi. «Che fai vai via?» sento da una voce cordiale alle mie spalle «se vuoi lasciare un caffè a piacere». Mi giro e guardo sbigottito il mio interlocutore, un signore anziano un po’ incurvato dall’età e con aria tutt’altro che minacciosa. A una decina di metri ci sono tre agenti di Polizia Locale che presidiano la piazza e fermano per controlli.

«Devo stare solo 5 minuti, quando torno» rilancio, per vedere a questo punto che succede. «Ci trovi là» ribatte, indicando le panchine dietro all’info point, dove un gruppetto passa il tempo come può. Niente, la presenza dei vigili è assimilabile a quella di un semaforo spento. Mentre mi allontano vedo arrivare con la coda dell’occhio una jeep bianca, rallenta e si piazza proprio davanti, impedendo così di andare via anche alle altre parcheggiate.

Chi conosce piazza Moro sa benissimo che quella è tutta zona di sosta, non si vede dunque per quale motivo si sia dovuto fermare in quel modo, senza neanche fare finta di cercare un posto libero. Anche lui, evidentemente, se ne sbatte degli agenti. A quel punto scatto la foto e mi allontano per i fatti miei.

Quando torno, dopo 5 minuti esatti, il fuoristrada è ancora là, nonostante la presenza della Polizia Municipale, che evidentemente non incute nessuna paura. E allora possono arrivare tutti i militari del mondo, si possono presidiare tutte le piazze possibili e immaginabili, ma se non c’è osservanza delle regole e chi dovrebbe vigilare guarda dall’altra parte, allora è tutto inutile. Saremo costretti a pagare litri di caffè e tenerci gli sboroni.