Un primo passo verso la soluzione dell’affaire Kursal arriva oggi, dal Consiglio di Stato che, con una sentenza, ha rigettato l’appello della Fabris s.a.s., società della famiglia Buompastore, gli ex proprietari del teatro, appellata nei confronti della Regione Puglia.

La società Fabris s.a.s.. aveva impugnato la sentenza del TAR della Puglia, che a sua volta aveva dichiarato inammissibile il ricorso in Appello della sentenza di primo grado per l’esercizio della prelazione “culturale” sul Kursaal Santalucia da parte della regione Puglia.

Il teatro, costruito nel 1927 e chiuso nel 2011, è sempre stato molto appetibile, tanto da essere svenduto all’asta per 2 milioni di euro a una società milanese costituita un “attimo” prima di presentare l’offerta. Non solo. Sul teatro la Regione Puglia ha allungato la sua mano, con un diritto di prelazione che ha fatto molto discutere. Si è arrivati persino allo smembramento del bene, che non è solo un palazzone costruito in una posizione invidiabile del capoluogo pugliese, tra le centralissime via Cognetti, largo Adua e largo Giordano Bruno, di fronte al lungomare Nazario Sauro, ma un immobile dall’elevato valore culturale.