Se il vecchio furgone blu con targa bulgara non si fosse liberato dal fango, adesso racconteremmo un’altra storia. «Quei bastardi ci stanno mettendo in ginocchio, più di quanto non stiano facendo la mosca che ha attaccato gli alberi e la sagra». A parlare è una donna sulla sessentina. Un pezzo del monte alle porte di Monticchio è della sua famiglia. Sua sorella sta sul Vultura a Melfi, dove questo fine settimane si è celebrata la sagra della varola, la tipologia di castagna della zona. Raccolgono e vendono castagne da una vita.

«Questa non è certo una stagione positiva – tuona – se poi aggiungiamo i blitz dei predoni possiamo anche chiudere bottega». Dentro il furgone, arrivato da Bari in Basilicata a prima ora, ci sono nove persone: un paio di donne, sei uomini e un bambino. Le armi sono quelle tipiche: seccio al braccio, mazza nell’altra mano e guanti per scandagliare il sottobosco. Le castagne migliori, quelle più grosse, stanno sotto le foglie. «Andatevene bastardi, questa è proprietà privata», continua a urlare la donna raggiunta dal figlio e da un altro paio di persone.

Il gruppo di cittadini bulgari è scappato più su, mentre almeno in tre continuano a dargli la caccia. Poco più in là, intanto, la banda sta cercando di liberare dal fango il furgone. Operazione riuscita appena in tempo. Un altro minuto e il contatto sarebbe stato inevitabile. «Arrivano da Bari o da Taranto – racconta un agricoltore – fanno razzia di castagne e se le vanno a vendere ai mercati generali. Riescono a spuntare anche tre euro, la metà di quanto poi il frutto viene venduto sulle bancarelle. Quelle castagne sono nostre».

Non parliamo della solita scampagnata di visitatori della sagra, vogliosi di spingersi fin nel bosco per provare a raccoglierla personalmente qualche castagna. Non sono nemmeno le flotte di appassionati, pronti a riempire le buste sul ciglio delle strade che salgono fin sui monti. Il cartello “Castagneti di proprietà privata” non scoraggia i predoni.

Dopo aver rastrellato fino al pomeriggio si ritirano con i secchi pieni di Varole. «I controlli non servono a niente – conclude amareggiata la donna, con la sua cesta al braccio – Qualcuno lo hanno anche bloccato, ma non li trattengono e dopo qualche minuto sono liberi di tornare a rubare le nostre castagne. Spero solo che nessuno faccia una pazzia prima o poi. In qualche modo dobbiamo pur difendere il nostro lavoro, per qualcuno l’unica fonte di reddito».