Nelle prime ore di questa mattina, a Bari, personale della Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa da G.I.P presso il Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di due uomini, baresi, di 59 e 44 anni, ritenuti responsabili, in concorso, di usura ed estorsione. Le indagini avviate dalla Squadra Mobile della Questura di Bari, coordinati dal magistrato titolare dell’indagine, hanno permesso di appurare la fondatezza di alcune segnalazioni anonime su usura ed estorsioni nei mercati rionali della città. Forti della parentela con un noto pregiudicato locale, i due arrestati sarebbero riusciti ad imporre alla vittima – un piccolo commerciante ambulante che aveva da loro ottenuto un esiguo prestito – pagamenti a tasso usurario così gravosi da condurlo a cedere la propria attività commerciale e diventare di fatto, un loro “dipendente”.

Uno dei due indagati avrebbe così potuto aggirare il meccanismo di controllo, da parte dell’Autorità Comunale, della licenza, della quale non avrebbe potuto altrimenti ottenere la titolarità. Gli accertamenti tecnici svolti dagli investigatori, anche con videoriprese, hanno permesso di documentare come i due arrestati si recassero ogni settimana presso la bancarella della vittima, “prelevando” parte dei profitti, frutto del lavoro settimanale dell’ambulante. Numerose le persone ascoltate negli Uffici della Squadra Mobile, tutte restie a fornire informazioni sulle condotte criminali in atto, a riprova del clima d’intimidazione che ha caratterizzato tutta l’indagine.

I fatti delittuosi si sarebbero sviluppati, ininterrottamente, nel corso degli ultimi 11 anni, durante i quali la vittima sarebbe stata obbligata a versare ai suoi estorsori una “rata” settimanale che, nel corso del tempo, ha portato a versamenti illeciti per un importo superiore a 148mila euro; di qui il provvedimento di sequestro preventivo di pari importo, emesso a carico di entrambi gli indagati dal GIP, su richiesta di questa Procura della Repubblica, eseguito contestualmente alle odierne misure cautelari. L’informativa conclusiva di reato, redatta a carico degli odierni arrestati, ha quindi consentito al Pubblico Ministero di inoltrare e successivamente ottenere dal G.I.P. i provvedimenti cautelari in carcere, eseguiti nella decorsa giornata, a carico di Nicola Santoro, detto il “Koyote”, e  Giuseppe Intrano’.