Il 20 giugno scorso assaltarono un supermercato in tre, fuggirono col bottino e uno di loro venne tratto in arresto, grazie all’apporto fornito da un carabiniere libero dal servizio. L’altra mattina, invece, i Carabinieri della Compagnia di Triggiano, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emesso dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica, hanno eseguito l’arresto dei due complici. Si tratta di un incensurato 39enne e di un pregiudicato 19enne, quest’ultimo già in carcere per un’altra causa, entrambi accusati di rapina aggravata in concorso e porto di arma comune da sparo.

Dopo aver messo a segno la rapina, i tre fuggirono a bordo di una Fiat Uno, procedendo verso Noicattaro. La condotta di guida particolarmente spericolata dei tre insospettì un carabiniere libero dal servizio che, alla guida della propria autovettura, inseguì i fuggitivi, fornendo i dati identificativi del veicolo e la direzione di fuga alla centrale operativa della Compagnia di Triggiano. Tali indicazioni permisero ad una “gazzella” del Nucleo Radiomobile d’intercettare i tre, i quali, avvertiti il “pericolo”, preferirono abbandonare l’auto e dileguarsi a piedi per i campi. La determinazione degli operanti permise loro di trarre in arresto un 26enne di Capurso, il quale, pur di sottrarsi alla cattura, non esitò a colpirli con calci e pugni.

L’ispezione eseguita sul veicolo, risultato provento di furto avvenuto alcuni giorni prima del “colpo”, permise ai militari di rinvenire una pistola rivelatasi giocattolo ed un passamontagna, il tutto sottoposto a sequestro.

Le indagini proseguite dai militari dell’Aliquota Operativa hanno consentito il giorno dopo, a seguito di un sopralluogo effettuato nelle campagne ove i tre scapparono a piedi, di rinvenire il telefono cellulare del 39enne. Quindi la perquisizione eseguita a casa sua ha permesso ai militari di rinvenire un paio di scarpe ginniche bagnate, perché lavate, che tuttavia presentavano vari residui di fango. Ulteriori accertamenti, invece, hanno altresì consentito di individuare il terzo complice, ovvero il 19enne, a casa del quale sono stati rinvenuti e sequestrati gli indumenti da lui utilizzati durante la rapina, riscontrabili dalla visione delle immagini impresse dalle telecamere di sorveglianza del negozio.

Il quadro indiziario così raccolto ha permesso all’Autorità Giudiziaria di spiccare l’ordinanza in questione.