Un’aggressione, due versioni differenti. Una denuncia, tante polemiche e qualche dubbio. Dopo la partita fra Perugia e Bari del 24 gennaio, un’auto di tifosi baresi viene aggredita nei pressi dello stadio Curi da un nutrito gruppo di supporter perugini. Fra di loro c’è anche una ragazza.

La notizia viaggia su Facebook attraverso i post pubblicati da Alfred Ricci, uno dei ragazzi di Bari assaliti dal commando. Nelle sue parole, rimbalzate da più pagine di tifosi, la rabbia di chi si è trovato coinvolto in un vero e proprio agguato. Il ragazzo annuncia l’intenzione di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine e rassicura i compagni di tifo sulle condizioni della sua comitiva. Ma fra i tanti commenti di solidarietà, arriva anche qualche critica.

La trasferta non è una gita, dice qualcuno rimproverando ad Alfred il fatto di essersi staccato dal resto della carovana di auto e pullman biancorossi. Denunciare è da infami, sostiene qualcun’altro facendo appello ad una specie di “regolamento ultras”. Avreste dovuto reagire e poi si sa che in trasferta le botte si danno e si prendono, dicono in tanti.

Alfred però è deciso. E rispedisce al mittente tutte le obiezioni. Lo contattiamo subito per un’intervista ma lavora fuori Bari e dobbiamo aspettare qualche giorno. Lo intervistiamo, ma come si capisce dal video, nel frattempo i toni del racconto si sono molto smorzati.

Intanto, però, i colleghi di Arezzo Notizie riescono a contattare la ragazza aggredita. Le versioni, come potrete notare anche da soli, sono molto differenti. E dei post di Alfred su Facebook non c’è più traccia. Voglia di minimizzare e dimenticare in fretta l’accaduto? Il ripensamento circa la denuncia fatta è forse più forte di quanto effettivamente raccontato nel video? Il nostro tentativo di fare chiarezza, questa volta, ha generato altri dubbi.

Ecco l’articolo dei colleghi di Arezzo:

Una violentissima aggressione dopo la partita di calcio, fatta di pugni e insulti. E’ quella che ha denunciato una ragazza di 28 anni di Arezzo, originaria della Sicilia, che sabato scorso – 24 gennaio – aveva assistito a Perugia-Bari di Serie B assieme al suo ragazzo e ad alcuni amici venuti dalla Puglia. La comitiva, dopo aver tifato Bari per tutti i novanta minuti all’interno dello stadio Curi di Perugia (partita finita 1-1, per la cronaca) si dirige verso un locale prossimo allo stadio, il panificio Menchetti.

“Prima di entrare nel panificio – racconta la giovane – ci spogliamo tutti delle sciarpe biancorosse della squadra del Bari e le nascondiamo in macchina. Volevamo solo bere e mangiare, evitare qualsiasi sguardo dei tifosi perugini. Mangiamo abbondantemente e tranquillamente torniamo in macchina. Chiusi gli sportelli, un gruppo di ragazzi ci circonda, apre tutti gli sportelli, butta un petardo in macchina e pestano a sangue i tre ragazzi, risparmiando me, forse perché donna troppo minuta. I miei amici, ragazzi alti e robusti, riescono a non dare ascolto all’istinto di difesa, sia per evitare che le bestie si accaniscano con me, sia perché consapevoli di trovarsi in inferiorità. Per quasi un minuto i tre ragazzi prendono pugni e non rispondono. Quando uno di loro apre il mio sportello, con non so quale idea, scappo dalla macchina e fuggo dentro il panificio”.

Il racconto prosegue. “Nello spiazzo del parcheggio vedo un centinaio di persone – continua la ragazza – che assiste quasi compiaciuto al pestaggio senza intervenire”.  Quindi la corsa in questura. “Chiamata la polizia, andiamo in questura per la doverosa denuncia. Spaventati, storditi , invece di trovare conforto e sostegno riceviamo solo aspre critiche di incoscienza. I poliziotti ci rimproverano di essere entrati tranquillamente , senza nessun abbigliamento che potesse provare che eravamo stati allo stadio a tifare per il Bari, in un famoso bar perugino”.