Tutto ciò compare nella nota che la Cgil medici Bari ha inviato al dirigente medico del San Paolo Angela Leaci, al direttore generale Domenico Colasanto e al direttore sanitario Gregorio Colacicco. Se i sospetti della Cgil fossero fondati ci sarebbe un danno economico per la Asl, ma soprattutto la vicenda potrebbe avere gravi risvolti penali.

La nota di denuncia contro l’ospedale è scattata in seguito a una lettera anonima inviata da una paziente al tribunale di Bari e alla segreteria provinciale dell’ Usppi. Pare, secondo la testimonianza della donna, che nell’ospedale i pazienti siano suddivisi in due liste: pazienti chirurgici operati con il servizio sanitario nazionale e pazienti speciali che pagano in proprio il ricovero in ospedale. Due trattamenti diversi che dovrebbero essere impediti dal regolamento dell’Alpi per l’attività professionale intramoenia, atto a garantire una parità di trattamento tra i pazienti, al di là del fatto che questi ultimi si avvalgono o meno di prestazioni rese in regime di attività libero-professionale da parte dei medici.

Nell’esposto si parla anche di personale inutilizzato, sale operatorie che restano vuote o utilizzate tutto il giorno per compiere un solo intervento di routine, interventi intramoenia svolti alle 9 di mattina (orario in cui è consentito di operare solo su pazienti che ricorrono al servizio sanitario nazionale) e di tempi di attesa che inevitabilmente si dilatano.

L’ultima nota dell’esposto riguarda gli interventi di chirurgia estetica al seno che, in quanto non contemplati fra i Lea (livelli essenziali di assistenza), potrebbero celarsi dietro l’altissimo numero di patologie malformative alla mammella riscontrato tra le pazienti dell’ospedale.

Riguardo alle accuse piovute sul centro ospedaliero non si esprimono i dirigenti che, per il momento, vogliono studiare le carte per capire se le questioni sono realmente andate così.

15 giugno 2012

Erica Introna