Il fatto risale alla sera del 3 dicembre, quando all’interno della discoteca Gorgeous il 24enne ha infastidito, palpeggiandola, Armida Mancini, una ragazza di 30anni. Al rifiuto della donna di concedersi, il ragazzo colto dall’ira l’ha colpita al volto con una bottiglia di spumante. Questa, frantumandosi, ha provocato una ferita al viso della donna, tanto profonda da essere rimarginata con cinquanta punti di sutura oltre a reciderle anche il nervo del sopracciglio.

Di Cosola è stato arrestato il 19 dicembre, su richiesta della pm Chiara Giordano, con l’accusa di di lesioni personali aggravate e violenza sessuale. Oggi , dopo 4 giorni, il 24enne è tornato a casa. L’ordinanza cautelare dei domiciliari è stata disposta dal gip Marco Guida che ha accolto la richiesta di revoca dell’ordinanza mossa dalla difesa e a fronte dell’interrogatorio a Di Cosola di lunedì scorso.

Il ragazzo ha fornito una versione diversa dei fatti: ha ammesso di aver aggredito Armida, ma ha respinto l’accusa di violenza sessuale, negando di aver palpeggiato la donna. Di Cosola ha motivato l’aggressione sostenendo di aver avuto una precedente discussione con la 30enne, una settimana prima. L’avvocato della ragazza ha replicato così:

«Nulla può giustificare un fatto così grave integreremo la querela puntando sulla gravità delle lesioni subite dalla mia assistita e procederemo con una richiesta risarcitoria – la donna ha riportato una – paresi dell’emisfero frontale sinistro perchè  è stato reciso il nervo del sopracciglio».

Questo significa che non potrà mai più sbattere le ciglia dell’occhio sinistro. Armida incredula ha commentato così  l’uscita dal carcere dell’aggressore. «E’ un soggetto violento  non capisco come mai i giudici siano stati così clementi». Nella vicenda è intervenuto anche il sindaco Michele Emiliano che ha deciso di convocare i gestori dei locali per fare un punto sulla questione sicurezza, ricordando l’omicidio senza colpevoli di Giuseppe Di Terlizzi, il 30enne, ucciso per sbaglio davanti all’H25 ad aprile di quest’anno.

Federica Addabbo