Pianificare fiscalmente la propria attività imprenditoriale è cosa buona e giusta. Si può fare quando esistono le condizioni gestionali e le motivazioni economiche, ma l’offerta di servizi fiscali che comportano le costituzione di società all’estero è divenuta alluvionale. A prezzi stracciati e senza muoversi da casa vengono proposte soluzioni per la tua felicità fiscale.
Costituzioni di società, planning fiscali internazionali, gestioni contabili all’estero, formule di utilizzo temporaneo di società all’estero solo per singoli affari, tutto viene offerto a prezzi veramente stracciati. Credo che si arriverà a offrire oltre ai servizi fiscali anche la cura dei denti o la ritinteggiatura della cucina. I costi sono davvero abbordabili, comunque più convenienti di quelli in Italia.

Costituire società all’estero costa molto meno che in Italia e costa anche molto meno la gestione contabile fiscale, per cui sempre più spesso incontro clienti che hanno già costituito società nei paesi più strani, spinti da un motivo semplice: costava così poco! L’imbarazzo è poi nella replica che sono costretto a fare: “Per farci che cosa?”
Naturalmente il venditore di felicità fiscale gli ha raccontato la normativa fiscale della nazioni di riferimento, molto probabilmente gli avrà raccontato cosa prevede il sistema fiscale di quel paese nei confronti di non residenti per operazioni che non toccano quel paese.

Avrà sicuramente tralasciato cosa dice il nostro sistema fiscale per quelle stesse operazioni escluse da imposizione. Cosa fare? Prima di usufruire di queste operazioni a prezzi scontati, direi di sentire il vostro Dottore Commercialista, il vostro consulente.
Forse non conosce i sistemi fiscali degli altri paesi, ma anche il vostro venditore di felicità non conosce tutti i regimi fiscali del mondo, si limita a proporre quelli con i quali ha un consolidato rapporto di frequentazione professionale. Nell’infinito mondo dei paesi a fiscalità agevolata, il suo panorama professionale privilegia quelli con i quali ha una continuità di frequentazioni professionali.

Il vostro consulente non conoscerà i sistemi fiscali che vi piacciono, ma conosce la normativa fiscale italiana e soprattutto conosce voi e la vostra azienda ed è in grado di valutare la congruità della motivazione economica del vostro turismo fiscale.
Vanno di moda anche i pareri fiscali di illustri fiscalisti per tranquillizzare il contribuente italiano. Se vi capita qualche parere scritto, passate direttamente all’ultima pagina. Tutta la prima parte di solito parla di tutta la sequenza degli accordi storici in materia fiscale tra l’Italia ed il paese a fiscalità agevolata di riferimento. Solo in conclusione ed i poche riga viene detto che se non esiste una riconosciuta valenza economica tutte le prospettate agevolazioni fiscali non sono consentite. Ora vanno di moda i trasferimenti di residenza all’estero dei pensionati.

Per loro è piuttosto facile fare l’analisi della situazione fiscale ma prima di operare trasferimenti all’estero dovrebbero come minimo adeguare la loro personale idea di residenza all’estero con quella prevista dall’ordinamento fiscale italiano. Che non coincide con quella civilistica o quella di fatto ma ha connotazioni e requisiti specifici.

Dobbiamo però riconoscere che tutte le ipotesi sono tutte contemplate dall’ordinamento italiano non solo nei siti Internet del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’Agenzia delle Entrate, ma anche agli sportelli presso alcuni Consolati (Bruxelles, Toronto, Parigi, Francoforte, New York, Buenos Aires). Si tratta di esame laborioso ma indispensabile. Dopo di ché: “Buona permanenza”.