In una manifestazione che ha preso il via alle 6 del mattino odierno, le aziende dell’indotto di Taranto, rappresentate da Aigi, Casartigiani e Confapi, hanno mosso i primi passi nella protesta contro la prospettiva di una commissariazione del governo presso Acciaierie d’Italia. La tensione cresce nell’ambiente lavorativo, e i dipendenti presidiano le portinerie del siderurgico, assicurando comunque la sicurezza degli impianti.

La mobilitazione, guidata da Fabio Greco, presidente di Aigi, è motivata da un “senso di responsabilità legato a ragioni di sicurezza,” con l’obiettivo di garantire il minimo funzionamento degli impianti durante le proteste. Tuttavia, le aziende esigono risposte concrete da parte del governo e hanno espresso la necessità di essere coinvolte attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico.

Una delle richieste principali è legata alle garanzie sui crediti maturati entro il 31 dicembre 2023. Per le imprese di Aigi, questa cifra ammonta a 120 milioni di euro. Greco ha dichiarato che è cruciale che il governo convochi le aziende coinvolte per un confronto urgente e trasparente.

In mancanza di risposte adeguate, la protesta prenderà una piega più drastica a partire da domani, trasformandosi in un “blocco totale.” Fabio Greco ha sottolineato che le responsabilità delle possibili conseguenze di questa azione non saranno attribuibili alle aziende manifestanti.

La situazione rimane critica, con le aziende dell’indotto di Taranto che cercano risposte concrete e tempestive da parte del governo. La vicenda mette in luce le preoccupazioni e le sfide che le imprese locali affrontano, sollecitando un urgente dialogo tra le parti coinvolte per risolvere la complessa questione in corso.