Ancora prima di “in vino veritas”, famoso detto latino coniato da Plinio “il vecchio”, i nostri antenati dell’Età del Bronzo si dilettavano con la birra. La rivelazione è avvenuta durante la campagna di scavi archeologici condotta a Torre Guaceto, dove si è scoperta una necropoli a cremazione. In particolare si è rinvenuta una tomba dagli sfarzosi corredi funerari maschili, testimonianza di un uomo di ceto elevato che era stato sepolto sotto le dune della località salentina.

In uno dei vasi rinvenuti nei pressi della tomba ecco che emerge la bevanda fermentata a base di cereali, molto simile a quella che a noi tutti piace bere ghiacciata o, per alcuni, “sudata”, soprattutto in queste calde giornate estive. L’uomo in questione magari ne era così tanto assuefatto che ha deciso di portarsela anche nella tomba. Forse perché era meglio proteggerla dal sole per non farla scaldare? Questo non ci è dato saperlo. In ogni caso la scoperta è “frizzante”.

Non è finita qui. La perseveranza degli archeologi nel sito di Torre Guaceto ha riportato alla luce numerose tombe ancora ben conservate, alcune di esse con decorazioni che, nonostante lo scorrere del tempo, i cambiamenti geologici e l’azione dell’uomo, sono rimaste integre. Alcune presentano sia l’urna, sia la ciotola di copertura ancora integralmente conservate e adornate all’interno del pozzetto di deposizione. Un successo se si considerano anche solo i dati numerici. Dal mese di giugno è stato infatti possibile raddoppiare il numero complessivo di sepolture scoperte nel corso delle due annate precedenti, che raggiunge le 65 unità.

“Non si tratta solo di una questione di numeri – sottolinea il direttore dello scavo, il professore Teodoro Scarano, – “le campagne di scavo della riserva stanno arricchendo notevolmente le conoscenze sulla storia del territorio e del suo patrimonio, valorizzandolo”. “L’obiettivo – dichiara il presidente del Consorzio di Torre Guaceto, Rocky Malatesta – è quello di raccontare le storie di questi uomini e di queste donne vissuti più di 3mila anni fa a Torre Guaceto, stiamo studiando come realizzare un potenziamento del nostro laboratorio archeologico, anche in chiave museale, affinché il racconto della nostra storia sia accessibile a tutti”.