Una grave profanazione ha scosso la tranquillità della Chiesa del Carmine, situata in piazza Tancredi nel centro storico di Lecce. La notte tra il 30 e il 31 gennaio scorso, ignoti vandali hanno messo a soqquadro il luogo di culto, perpetrando atti sacrileghi e depredando la chiesa di oggetti sacri e denaro.

I malviventi hanno aperto il tabernacolo e profanato l’Eucarestia, spostando il santissimo sacramento. La statua della Madonna ha subito la rimozione della corona, mentre vari arredi sacri sono stati fatti cadere e danneggiati. Ulteriori danni sono stati provocati dall’atto vandalico sulla porta di vetro dello studio del rettore, dove è stata rubata una piccola somma di denaro destinata dall’autorità spirituale alle persone bisognose che frequentano la chiesa.

La situazione è resa ancor più inquietante dal fatto che, secondo quanto appreso, le telecamere di videosorveglianza installate all’interno della chiesa non erano operative durante l’atto vandalico.

La comunità ecclesiastica di Lecce ha immediatamente reagito all’evento, con l’arcivescovo monsignor Michele Seccia esprimendo forte preoccupazione. In una lettera indirizzata ai sacerdoti e all’intera comunità diocesana, monsignor Seccia ha annunciato che il 2 febbraio, in occasione della festa della presentazione al Tempio del Signore, sarà celebrata la santa messa in riparazione per condannare e rimediare a quanto accaduto.

Nel comunicato, l’arcivescovo ha richiamato l’attenzione sulla gravità dell’accaduto, ricordando che la pena comminata a chi si macchia di simili crimini è la scomunica latae sententiae.

Il portale d’informazione della diocesi di Lecce ha sottolineato che l’evento non deve essere solo oggetto di sdegno, ma deve spingere alla riflessione e alla vigilanza. Si è sottolineato che quanto accaduto potrebbe essere il risultato di un cortocircuito educativo che influisce sulle giovani generazioni, impedendo loro di vivere in modo libero ed equilibrato le dimensioni relazionali fondamentali.