Giuseppe Pezzuto e Angelo Orlando uniti civilmente

Qualcuno una volta mi ha detto che per riconoscere due persone innamorate basta mettersi in ascolto e seguire il ritmo delle loro risposte, avvertire sulla pelle le loro pause, quando la voce di uno dei due si ferma per dar respiro all’altra, finendo per intrecciarsi. Questa danza d’amore vocale l’ho colta ascoltando le toccanti promesse scambiate da Angelo Orlando e Giuseppe Pezzuto, i giovani pugliesi che si sono uniti civilmente l’8 maggio tra i prati all’inglese di Masseria Caselli di Specchiolla, a Carovigno, nel Brindisino. Angelo, appuntato scelto dei Carabinieri in servizio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri a Roma e originario di San Pietro Vernotico, aveva un groppo in gola, tremava prima di pronunciare quel sì per una lunga vita insieme. Giuseppe, parrucchiere a Campo de’ Fiori nato e cresciuto a Ceglie Messapica, fingeva di essere imperturbabile, eppure anche lui è crollato dalla gioia dinanzi allo sguardo del suo Angelo, pieno di complicità e rispetto.

Giuseppe mi ha raccontato quanto sia stata intensa quella giornata, come sia stato struggente sposarsi proprio nella stessa data in cui sono convolati a nozze 58 anni fa i genitori di Angelo, ormai scomparsi. Giuseppe mi ha spiegato quanto sia stato importante per loro camminare sotto il ponte di sciabole sguainate dai colleghi carabinieri di suo marito, tutti sull’attenti in attesa che gli sposi attraversassero quel passaggio tenendosi per mano. È la prima volta che il matrimonio di una coppia omosessuale composta da due uomini è celebrato in alta uniforme e con gli onori del rituale picchetto dell’Arma, a distanza di un anno dall’unione civile a Cefalù tra la vicebrigadiera dei Carabinieri Elena Mangialardo e la compagna Claudia De Dilectis.

“Ci aspettavamo che social e giornali avrebbero parlato del nostro matrimonio proprio per il picchetto d’onore e il senso d’amicizia e stima che ha dimostrato l’Arma nei nostri confronti – mi ha confessato Giuseppe -. Abbiamo letto molti commenti positivi, ma anche troppe cattiverie impensabili che ci hanno ferito… non credevamo ci fossero persone ancora così grette e capaci di odiare così tanto gli altri”.

Immagino. Ma parliamo di cose belle, quando è iniziata la vostra storia?
“Siamo insieme da 4 anni, ci siamo conosciuti tramite social nel periodo della pandemia, Angelo in quel periodo era in servizio all’estero in missioni di scorta e sicurezza delle sedi diplomatiche ad alto rischio. Quando è stato trasferito a Roma, dopo l’emergenza sanitaria, abbiamo iniziato a frequentarci ed è esploso l’amore. Abbiamo deciso di andare a convivere fin da subito. L’anno scorso si è inginocchiato e mi ha chiesto di sposarci, con tanto di serenata, Angelo è un romanticone. Poi abbiamo cominciato a organizzare la cerimonia, scelto la location nella nostra terra, Brindisi, anche perché i nostri parenti e amici sono tutti in Puglia. Masseria Caselli è uno dei posti più incantevoli della nostra regione, non potevamo desiderare di meglio”.

Avete detto sì lo stesso giorno in cui i genitori di Angelo 58 anni fa si sono sposati
“Sì, è stato incredibile e non è stata una coincidenza, abbiamo scelto appositamente l’8 maggio perché ci piaceva legare questo ricordo a loro che purtroppo non ci sono più. Durante la cerimonia dietro alla celebrante era appeso ad un ramo di un albero un cuore in legno con le foto del matrimonio dei genitori di Angelo, è stato un modo per sentire ancora più forte la loro presenza”.

Chi era il più emozionato tra i due?
“Entrambi, ma Angelo forse di più, era un fiume di lacrime già da giorni. Eravamo tutti commossi, gli amici e soprattutto i colleghi carabinieri. Quando siamo passati sotto il ponte di sciabole abbiamo cercato di non guardarli negli occhi per evitare di crollare. Il momento più intenso in assoluto è stato quello delle promesse”.

Chi ha celebrato la vostra unione civile?
Loredana Roma è stata la nostra celebrante ufficiale del Comune di Carovigno e la seconda celebrante è stata Elena Mangialardo, vicebrigadiera dell’Arma dei Carabinieri, sposata anche lei l’anno scorso in alta uniforme con Claudia De Dilectis. Abbiamo conosciuto Elena dopo il loro matrimonio, ma fra noi è nata una grande amicizia dal primo istante; volevamo celebrasse la nostra unione perché con lei e sua moglie abbiamo condiviso le stesse sensazioni”.

Come vi vedete tra 10 anni?
“Insieme, sempre insieme”.

Pensate mai di voler avere dei bambini, allargare la famiglia? Ci troviamo in un periodo storico difficile, basti pensare al blocco delle registrazioni all’anagrafe dei figli nati da coppie omogenitoriali e al ddl che vorrebbe rendere reato universale la gestazione per altri… che ne pensate?
“Ci piacerebbe adottare un bambino, rispettiamo e capiamo le coppie omosessuali che intraprendono l‘iter per la gestazione per altri per avere un figlio, ma noi personalmente preferiremmo togliere un bimbo da un orfanotrofio o da una comunità e prendercene cura per tutta la vita. Quindi per ora il desiderio di filiazione resta un sogno nel cassetto, aspetteremo che in Italia venga data la possibilità anche a noi di accedere ai percorsi di adozione“.

Tornereste mai a vivere in Puglia? 
“Non credo, magari andremo via da Roma, ma difficilmente torneremmo in Puglia se non per le vacanze. Angelo è allergico alla Puglia, forse perché ha lavorato per molto tempo a Bolzano, si è abituato all’ordine. Abbiamo il cuore qui, tutti i nostri parenti sono a Brindisi, amiamo questa terra, ma la nostra vita è altrove”.