Catturata grazie ad alcune mele, opportunamente lasciate nella trappola a tubo, a lei destinata, l’orsa JJ4, che il 5 Aprile scorso, aveva ucciso il runner Andrea Papi nei boschi del Monte Peller, sopra l’abitato di Caldes, in Trentino. Dapprima era scattata l’ordinanza di abbattimento immediata, ordinata dal Presidente della Regione Trentino, Maurizio Fugatti, poi sospesa fino all’11 Maggio prossimo, dal Tribunale Regionale su richiesta delle Associazioni animaliste.

La fuga ignara del plantigrado è terminata alle ore 23 della notte del 17 Aprile scorso. La zona delle operazioni è stata determinata dalle rilevazioni Gps effettuate in precedenza. Due trappole a tubo dotate di esche a base di frutta fresca sono state collocate nelle vicinanze del torrente Meledrio, insieme a diverse foto-trappole. “È stato un lavoro selettivo e di pazienza ” – ha detto il dirigente del Dipartimento Provinciale di protezione civile, foreste e fauna, Raffaele De Col – “Non dimentichiamo che nell’area delle operazioni si stima vivano circa 20 esemplari. A complicare la situazione vi era la presenza dei 3 cuccioli di JJ4. Il rischio per gli operatori è stato molto alto.” In merito al trasferimento del plantigrado aggiunge : “Abbiamo chiesto ai custodi del centro di prestare particolarmente attenzione a JJ4, evitando di avvicinarla in quanto particolarmente pericolosa.” 

Attirata dal cibo, dunque, l’animale sul quale di sta dibattendo in tutta Italia da 2 settimane, ignara delle polemiche e delle battaglie che si stanno muovendo intorno alla sua cattura, ha lasciato soli e liberi i suoi 3 cuccioli, per proteggere i quali, si suppone, si sia scagliata contro il malcapitato Andrea Papi, ferendolo mortalmente.

Un equipe formata da veterinari ed esperti alla cattura, una volta scattata la trappola che ha visto imprigionare anche 2 dei suoi 3 cuccioli, ha sedato il plantigrado e liberato i piccoli orsi. Dopodiché l’orsa addormentata è stata portata in un’oasi faunistica del Casteller, a bordo di un furgone. In attesa del suo destino, che verrà deciso dal Tar l’11 Maggio prossimo. La protezione civile è pronta ad abbatterla tramite eutanasia.

Il plantigrado che pesa circa 150 kg, lascia i suoi 3 cuccioli, che a detta degli esperti si sarebbero separati dalla madre entro l’estate, essendo arrivati quasi all’indipendenza. In merito alla prole di JJ4, il Professore di Zoologia all’università di Milano Bicocca, Maurizio Casiraghi, si è detto fiducioso sulla sopravvivenza degli stessi in natura: “secondo le informazioni fornite i cuccioli sono di circa 2 anni e di 35-40 kg di peso. Se hanno effettivamente 2 anni di età ce la possono fare, anche se per loro non è la situazione ideale”.

Nel frattempo le polemiche e le battaglie delle associazioni animaliste non si placano. Infatti è partito l’hashtag #boicottailtrentino per bloccare l’uccisione dell’animale, sul quale per altro, il Presidente Fugatti resta fermo: “Attendiamo il parere del Tar per procedere all’abbattimento. Abbiamo anche chiesto di anticipare la sentenza del Tar fornendo tutti i documenti necessari.” In merito alla cattura di JJ4 durante la Conferenza stampa del 18 aprile scorso, il Presidente leghista dice: “ Vanno fatti i complimenti alle nostre strutture, al corpo forestale, che con questa azione veloce e importante hanno ottenuto questo risultato. Il mio problema è il destino del progetto, non è il destino dell’orsa, per noi il destino dell’orsa è già segnato, quello che dobbiamo salvaguardare è invece è il progetto Life Ursus. Se avete a cuore questo progetto diteci – rivolgendosi a tutti gli interlocutori che a livello nazionale hanno avanzato proposte in merito – e organizzateci, una modalità di spostamento di 70 esemplari in eccesso. Così il progetto andrà avanti, altrimenti fallirà. Perché con questi numeri potrebbero esserci altre vittime.”

L’oasi di Casteller, una specie di “lager per orsi”

A Casteller, l’oasi dove è stata trasferita l’orsa in attesa della decisione dell’11 Maggio prossimo, si sono, intanto, intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine, in previsione delle annunciate manifestazioni di protesta da parte delle associazioni animaliste, previste per domenica 23 Aprile.

Luciano Sammarone, direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in  un’intervista alla Stampa ha definito l’Oasi di Casteller come una specie di lager per orsi”, aggiungendo: “sia chiaro sono contro l’abbattimento di JJ4, un orso su 100 esemplari non cambia la situazione, ma se deve passare la vita nell’Oasi di Casteller, allora tanto vale l’eutanasia”.

Il centro di Casteller di Trento, è nato come come un vero e proprio ospedale per animali selvatici in zona riqualificata e rinaturalizzata. Solitamente accoglie per un breve periodo, gli esemplari feriti e non più in grado di vivere in modo autonomo. Una volta guariti gli animali vengono liberati in un ambiente adatto a loro se sono in grado di vivere allo stato selvatico, mentre gli esemplari che non possono tornare in libertà vengono accolti in ampi recinti. Il centro che ovviamente è off limits per i visitatori, dispone di 3 recinti e ospita anche l’orso M49, il plantigrado Papillon, noto all’opinione pubblica per le sue rocambolesche fughe, la prima avvenuta nel 2019, scavalcando un recinto alto 4 metri e dotato di fili elettrificati e l’ultima nel 2020, quando riuscì ad abbattere le inferriate della recinzione.

Proprio per la presenza delle sbarre, il centro è stato più volte al centro delle proteste delle associazioni animaliste. Con l’arrivo di JJ4, che resta in attesa di una condanna a morte, in parte già scritta, come sottolinea il Presidente Fugatti, il centro di Casteller è stato segnalato come un luogo a rischio. Infatti la vigilanza sia interna che esterna è stata rafforzata  dalle forze dell’ordine e dalla forestale, in virtù della grande manifestazione di domenica 23 Aprile, mossa in nome dello slogan StopCasteller”

Secondo quanto si apprende dalla Conferenza stampa, l’orsa JJ4, non resterebbe presso il centro per poi essere trasferita, come normalmente avviene per gli altri animali selvatici, ma vi resterebbe soltanto in attesa della conferma del Tar di procedere all’abbattimento. “Un orso non è un gatto domestico –  ha precisato De Col, il Dirigente della dipartimento protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento – e questo esemplare deve essere custodito perché particolarmente aggressivo. Al momento siamo gli unici in Italia a disporre di una struttura con recinti in grado di poter accogliere questi animali. Certo non possiamo fare del centro di Casteller un carcere per orsi, e i tre recinti a disposizione, anche in vista del programma di riduzione degli esemplari, sono insufficienti.”

Se il Tar accogliesse le richieste avanzate dalla Provincia di Trento, il destino di JJ4 potrebbe essere deciso anche prima dell’11 Maggio.