Una riflessione generale sulle radici dei comportamenti violenti in dinamiche familiari e sociali disfunzionali, quella del dottor Saverio Costantino, psicologo e psicoterapeuta della Fondazione Epasss, che ben può adattarsi anche all’ultimo scioccante caso di cronaca avvenuto a Bari, dove il primo aprile scorso, in pieno giorno e nei pressi di una scuola nel quartiere San Paolo, due cugini si sono affrontati a colpi di arma da fuoco. Le cause dell’esplosione di violenza pare fossero tutte interne alla famiglia, da anni costretta a gestire le escandescenze di un 38enne, rimasto ferito a una gamba nella sparatoria, violento con la madre al punto da non lasciarle altra scelta che la denuncia. Azione repressiva che non ha dato risultati poiché, appena rientrato al proprio domicilio, l’uomo avrebbe reiterato i maltrattamenti familiari. Fino all’epilogo drammatico di due giorni fa.

“Nessuna realtà piccola o grande che sia è esente da questa riflessione: ovunque le graduatorie dei prepotenti sono senza fine, anche se una minoranza condiziona la vita della collettività. Premetto a scanso di equivoci che non mancano pessimi esempi nelle istituzioni e negli ambienti dove dovrebbero esserci modelli diversi. Non credo che la risposta a contenuti di bullismo nelle strade, nelle scuole, agli episodi di escalation di violenza più o meno sommersa siano le denunce e gli arresti. Ci sono livelli precedenti che rappresentano una zona franca, ma predisponente al peggio. Per spiegarmi al meglio possibile in un articolo, un soggetto pluri protagonista di contenuti disadattivi di livello non denunciabile come lo si affronta? I fans dei boss locali che si esercitano ad incutere timore e carpire benevolenza sotto minaccia come li affrontiamo? – si domanda il dottor Costantino – Il mio da sempre è non un allarme infondato, ma una constatazione. Ci si mobilita sempre dopo episodi eclatanti e poi? Poi cala il silenzio. Io faccio lo psicologo e non il coordinatore della sicurezza e penso che la risposta, ancor prima della repressione, sia l’educazione. Dietro un piccolo gesto che può essere sottovalutato si genera un effetto valanga che poi diventa difficile da arginare.

Insomma, il tema della prevenzione resta il più rilevante. Arrivare prima che il dramma sia evidente ancora è vaga e fumosa esplicitazione con scarse azioni. Vedo nelle scuole docenti e capi di istituto che combattono in trincea da eroi, ma con scarsi armamenti, e qui il tema famiglia, cultura, e, perché no, la genetica dei percorsi trigenerazionali come si può affrontarli? Dietro blasonate famiglie si generano spesso rilevanti reiterazioni di miti e mandati familiari, salvando ovviamente le eccezioni. Siamo sempre più spesso di fronte ad esempi disfunzionali, poco contrastati da validi esempi, ormai i punti di riferimento sono venuti meno. Non ci fidiamo dei sacerdoti, qualcuno ormai troppo aristocratico, non ci fidiamo dei politici troppo collusi, non tutti ovviamente, non ci fidiamo della giustizia non sempre imparziale e quindi, chi ce lo cambia il mondo, solo gli eroi? Nenche gli eroi bastano, ne abbiamo bisogno di troppi e che siano anche tanto coraggiosi, considerando quanti ambiti aggredire”.

Dott.Saverio Costantino, Psicologo Psicoterapeuta