“I Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) pugliesi passano da 311 a 329. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, nell’elenco previsto dal decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali entrano 18 nuovi PAT”. Lo rende noto il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in commissione Agricoltura alla Camera dei deputati. “Si tratta di prodotti agricoli e preparazioni gastronomiche tipiche della nostra regione e dei suoi territori – aggiunge –. Un carico di valori, cultura e tradizione che deve essere preservato nel tempo, per continuare a perpetuarsi generazione dopo generazione, che rappresenta un’attrattiva per visitatori e turisti che giungono in Puglia e vengono catturati non solo dalle bellezze paesaggistiche o artistiche ma anche a tavola” conclude L’Abbate.

Ad entrare a  far parte dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali pugliesi sono: l’anisetta, tra i distillati e i liquori; la bombetta, tra le carni; il polpo crudo arricciato, tra i molluschi. Diversi i prodotti vegetali: l’aspraggine volgare; il cavolo rapa (“chèpe de murte”, nella lingua locale), le cicorie selvatiche o cicorielle; le fave arrostite; la patata bisestile; la pera petrucina; i peperoni sotto pressa di Melissano (pipirussi allu carcu). Tra i prodotti da panetteria, invece, la copeta di Polignano a Mare, la faldacchea di Turi e i quaresimali. Tra le specialità regionali non mancano: le orecchiette con la rucola, i pezzetti e le polpette di cavallo, i piselli con le uova, il quatarone di Galàtone.