antonio delle noci

Antonio delle Noci è stato confermato segretario generale della Filca-Cisl di Bari. La sua elezione, insieme a quella dei segretari Luigi Sideri e Gianmarco Passiatore è avvenuta nel corso del Congresso della categoria. Tra i presenti anche Giuseppe Boccuzzi Segretario Generale UST CISL Bari. Il Congresso, intitolato “PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO; UOMINI, IDEE, PROGETTI” ha preso il via con il ringraziamento sindaco di Bari, Antonio Decaro, assente, ma che ha mandato un video messaggio, “perché sta trasformando – questa città con coraggio e competenza, ne sta scrivendo bellissime pagine di storia, e nella sua veste di presidente dell’Anci, per il suo equilibrio e anche per l’identità di vedute su tutta una serie di questioni legate ai nostri settori”, ha detto Delle Noci. Poi l’appassionata e intensa relazione di Delle Noci, che ha posto al centro del dibattito anche il tema degli infortuni e delle morti sul lavoro e le conseguenze della pandemia sul lavoro nel settore delle costruzioni.

“Le crisi epocali che stiamo attraversando – ha detto Delle Noci –, da quella economica al cambiamento climatico, per arrivare alla pandemia, hanno messo in luce le grandi disaffezioni sociali interne e il ritardo di un’azione programmata politico-sociale, per ridare all’equità sociale il ruolo che le compete e l’importanza di cui tanto il nostro paese ha bisogno. In questo contesto emergenziale difficile e drammatico non abbiamo mai fatto mancare il nostro supporto, il sostegno, la nostra presenza, anche se non sempre fisica per gli ovvi motivi che voi tutti conoscete. Il sindacato, nei diversi sondaggi sulla fiducia, appare sempre agli ultimi posti, insieme ai partiti politici. Ma durante la pandemia la gente ha potuto constatare per esperienza personale l’importanza di avere organizzazioni sindacali radicate, strutturate, e operatori sindacali disponibili 7 giorni su 7, pronti a risolvere piccoli e grandi problemi. Abbiamo dimostrato durante la pandemia che abbiamo un ruolo insostituibile nella società, che continuiamo a rappresentare un faro per milioni di cittadini, che si affidano al sindacato per far rispettare e tutelare i propri diritti ma anche per avere tutta una serie di servizi oramai indispensabili.

In questi lunghissimi mesi abbiamo imparato ad utilizzare nuovi termini legati alla pandemia, ci siamo quasi adattati a questa “nuova normalità” in cui siamo stati catapultati, senza preavviso né preparazione. È profondamente cambiato il modo in cui viviamo le nostre relazioni, il lavoro, il tempo libero. Siamo stati costretti a restare a casa quanto più possibile, e ne abbiamo approfittato per dare fondo alle nostre risorse come singoli e come società per non lasciarci abbattere, per coltivare la speranza, per individuare strategie che ci permettessero di continuare a restare in contatto, per condividere in modo nuovo gli spazi pubblici e privati. La stessa attività sindacale si è trasformata: dove non è stato possibile incontrarsi di persona, abbiamo utilizzato al meglio tutte le risorse offerte dalla tecnologia per continuare a vederci, anche se a distanza. Ora abbiamo bisogno di programmare, di ridisegnare un nuovo futuro maggiormente inclusivo, certamente fondato sull’aggregazione. Le politiche economiche emergenziali devono – ha concluso il Segretario generale – necessariamente lasciare il passo ad un ripensamento”.

Nel corso del congresso spazio anche ad altri temi quali le opere del territorio: “La città e la provincia sono davvero cambiate negli ultimi tempi. Tanto è stato fatto e tanti progetti sono pronti per essere trasformati in cantieri, in lavoro, in sviluppo per il territorio. Penso all’idea di realizzare un parco marino, penso al park&ride di Largo 2 Giugno, realizzato con l’asfalto drenante. E poi i collegamenti con i sistemi di mobilità alternativi, gli interventi di forestazione urbana lungo gli assi di scorrimento, i tanti parchi, la pedonalizzazione non solo nelle vie sulla costa ma anche nelle principali arterie del centro. Ci sono idee nuove e vincenti sul trasporto pubblico elettrico, sulla raccolta differenziata. C’è il progetto del “nodo verde” nella zona della stazione centrale, e poi c’è il Parco di Costa Sud, un vero polmone verde da realizzarsi in un’area abbandonata, scelto tra i 14 progetti in Italia finanziati per primi dai fondi del PNRR. Tra le altre cose si sta valutando il sistema BRT per i bus, e poi soluzioni di mobilità sia elettrica che sostenibile. Ma ogni rosa ha la sua spina: se i finanziamenti finalmente ci sono, anche a Bari stiamo assistendo a un pericoloso problema di personale negli Enti pubblici, che si riflette sulle capacità di spesa.

È un problema di quantità, perché sono sempre troppo pochi. Basti pensare che in tutta la Puglia, rispetto al Piemonte, a parità di abitanti abbiamo la metà dei dipendenti pubblici. Ma è anche un problema di qualità: non sempre nei nostri Comuni, nelle stazioni appaltanti in generale, ci sono professionalità in grado di preparare progetti all’altezza. Si rischia di non riuscire a utilizzare una quantità davvero importante di finanziamenti, che sarebbero davvero importanti in questa fase delicata. Il sindaco Decaro ha lanciato la sfida: se i fondi arriveranno entro marzo 2022, si pensa di arrivare all’apertura di tutti i cantieri entro dicembre 2023, per poi concluderli nel 2026. Una sfida ambiziosa ma fondamentale per il futuro del territorio, che anche noi siamo pronti a sostenere e vincere. Prima di passare alle vicende più interne, un cenno al metodo utilizzato dalla giunta comunale: sicuramente c’è grande condivisione e partecipazione. Tutti i progetti nascono dal confronto con il mondo dell’associazionismo, ma soprattutto dalla sinergia con i sindacati, e in generale con tutti i protagonisti sociali. Un metodo che lascia ben sperare per il futuro”.

Strettamente legato al tema delle opere, dei cantieri, del lavoro nelle costruzioni, c’è il tema della sicurezza: “È un argomento che ci sta a cuore, sul quale siamo fortemente impegnati da sempre. Ma evidentemente non basta: quasi ogni giorno arrivano notizie di infortuni gravi e di morti sul lavoro, sembra un bollettino di guerra. Per la nostra Costituzione ogni cittadino ha il diritto di accedere a un lavoro, ma non è concepibile e accettabile che qualcuno possa morire di lavoro. Nel 2021, viste le nuove tecnologie e l’innovazione raggiunta, è davvero strano che non si riesca a combattere davvero questo fenomeno purtroppo ancora molto diffuso. E se non si riesce davvero a farlo è perché forse manca la volontà politica di assumere questo impegno solenne, di dare una risposta a questo fenomeno. Dovremmo diffondere, sia nei confronti degli imprenditori quanto dei dipendenti, la cultura della sicurezza: utilizzando la formazione e l’informazione a tutti i livelli. Serve uscire dalla logica che il denaro che viene speso per la sicurezza sia da considerarsi una perdita, quando nella realtà esso è un vero e proprio investimento. E dobbiamo parlare di sicurezza sul lavoro già nelle scuole, prima ancora che si entri nel mondo del lavoro.

Gli ultimi dati Inail parlano di un aumento degli infortuni sul lavoro e di un aumento delle vittime. In Puglia muore mediamente un edile al mese, è un dato che ci indigna! Se fosse una guerra della malavita a provocare così tanti morti e feriti ne parlerebbero tuti i giornali per giorni interi, invece dopo i soliti articoli che raccontano le tragedie sul lavoro, dopo un giorno non se ne ricorda più nessuno. Spetta a noi impegnarci ogni giorno, in tutti i cantieri, per controllare che siano rispettate tutte le normative, anche quelle per il Covid. I lavori per il Superbonus e la riapertura di molti cantieri ha determinato un incremento del lavoro, ma anche un aumento dei ritmi collegati al lavoro. Spesso l’ansia di consegnare in tempo l’opera, la voglia di prendere nuove commesse, si ripercuote sulla qualità del lavoro e sulla velocità di compimento della stessa. A rimetterci sono i lavoratori, questo è indubbio. Non possiamo permetterlo. Tre sono le parole chiave da porre al centro delle nostre azioni: sicurezza, prevenzione, formazione.

Sia a livello nazionale che territoriale stiamo chiedendo l’assunzione di ispettori tecnici per la prevenzione, la sospensione delle imprese che non osservano le norme sulla sicurezza, l’introduzione della Patente a punti, un piano straordinario di collaborazione tra tutti i soggetti, con un ruolo da protagonisti agli enti bilaterali, l’inasprimento delle pene per chi provoca gli incidenti“.