“Il sistema ospedaliero è ancora in tilt, le terapie intensive e le aree mediche sono ben oltre le soglie critiche individuate dal Ministero della Salute. Serve non abbassare la guardia e mantenere una certa cautela nell’allentare le misure restrittive”.

Inizia così il grido d’aiuto da parte dei medici italiani. “Chiediamo alla politica di ascoltare le decine e decine di migliaia di colleghi che da più di un anno lavorano senza tregua nell’emergenza territoriale e negli ospedali – spiega l’intersindacale medica -. Siamo perplessi e delusi nell’ascoltare il dibattito in corso su riaperture che, sotto le pur comprensibili esigenze economiche e sociali, nasconde una non corretta valutazione del rischio di un prolungamento della pandemia e di una persistente elevata mortalità tra i cittadini non ancora protetti con la vaccinazione. Senza una soluzione della crisi sanitaria non vi potrà essere una ripresa economica”.

“Ogni prematuro allentamento delle restrizioni potrebbe mettere a rischio tanto la vita dei pazienti affetti da Covid, costringendo per carenza di posti letto gli operatori a scelte strazianti sotto il profilo etico, come il triage inverso, quanto la salute dei pazienti con altre patologie, la cui prevenzione e cura rischia di essere ancora una volta sacrificata a causa della sottovalutazione del rischio di una persistente elevata circolazione del virus, sulla quale i medici e i dirigenti del servizio sanitario nazionale lanciano da tempo, inascoltati, tutti gli allarmi possibili – conclude -. Gli operatori sanitari sono costretti, dopo il secondo picco epidemico autunnale, a ulteriori sacrifici, anche a rischio della salute personale, oltre che ad affrontare una situazione di costante super lavoro fisico e psichico che sta fiaccando le loro resistenze. Le decisioni competono, certo, alla politica, ma è compito, anche deontologico, di chi lavora in prima linea fornire una fotografia chiara dell’andamento clinico ed epidemiologico della pandemia”.