#iostoconmichele. Il Comitato Contro i Licenziamenti della zona industriale di Bari ha lanciato l’hashtag nato dopo che due operai della Skf sono stati mandati via dall’azienda.
“I due lavoratori pretestuosamente licenziati dalla SKF non hanno rubato, non hanno sabotato, non sono stati negligenti, hanno continuato a lavorare in totale insicurezza sanitaria. Essi sono in realtà il capro espiatorio, l’anello debole, di un modello aziendale di organizzazione produttiva, esclusivamente basato su orari e ritmi di sfruttamento del lavoro imposti nei reparti produttivi – sottolinea il comitato – SKF espelle onesti padri di famiglia dal posto di lavoro, salvo blandirli poi con promesse di risarcimenti economici ingiustificati rispetto al danno presuntivamente subito”.
“Mentre ascoltiamo ingiustificate lodi a Mario Draghi ed al suo Governo delle banche e dei nemici dell’unità nazionale, la pandemia dilaga; le vaccinazioni vanno a rilento; l’istruzione e la formazione scolastica, la sanità e le istituzioni pubbliche traballano, tra gravi incertezze e raffiche di decreti sempre più contraddittori e confusionari – sottolinea -. Allo stesso temo centinaia di vertenza di lavoro si accumulano irrisolte sui tavoli istituzionali di prefetture e ministeri, lasciando con il fiato sospeso migliaia di lavoratori e loro famiglie”. Inizia così la lunga lettera del Comitato contro i licenziamenti della zona industriale di Bari.
“Anche nella zona industriale barese caratterizzata da pesantissime crisi aziendali di cui la Bosch è emblema, – continua – la risposta padronale per mantenere comunque inalterati profitti e dividendi è l’intimidazione, a volte anche fisica, del dissenso operaio con licenziamenti pretestuosi”.
“Il Comitato Contro i Licenziamenti è nato nella zona industriale barese in questi contesti. È sorto per volontà di un gruppo di lavoratori e si rivolge a tutti i lavoratori, invitandoli a valutare insieme, tutte le questioni, anche più minute, che riguardano la condizione di lavoro, la sicurezza sui posti di lavoro, il salario insufficiente ai bisogni familiari”.
“Il nostro scopo – scrive il comitato – chiama tutti i lavoratori, le OO.SS. aziendali, le organizzazioni sociali e politiche, i rappresentanti istituzionali, all’impegno contro ogni azione lesiva della dignità del lavoro, che possa manifestarsi attraverso la chiusura di reparti, lo stravolgimento dell’orario di lavoro per attuare forme di sfruttamento tendenti al minor costo e maggiore profitto”.
“Difendiamo il valore umano e sociale del proprio territorio e respinge lo sblocco dei licenziamenti di massa che la Confindustria ed i suoi consulenti di Stellantis così prepotentemente chiedono al loro Governo”.