“Le zone di colore diverso corrispondono ad una strategia di stop and go, per alternare momenti di apertura della società a momenti di chiusura. In questo non c’è alcuna schizofrenia, ma una strategia precisa legata ai numeri dei contagi. Le Regioni sono del tutto esautorate, se non nel periodo brevissimo che passa fra un venerdì e l’altro: sono i giorni in cui Roma determina i colori delle zone”.

A dichiararlo è il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, in un’intervista a La Repubblica di Bari, alla vigilia del passaggio in zona rossa.

“La zona rossa determina la decadenza di tutte le ordinanze della Regione, in particolare quelle sulla scuola – continua -. Tutte le scuole di ogni ordine e grado a partire dagli asili nido sono chiuse in presenza per ordine del governo e non più della Regione. Questo significa che avevamo ragione a essere così cauti nella gestione della didattica in presenza: anche il governo ha finalmente compreso che se i dati epidemiologici sono elevati il primo settore dove intervenire deve essere la scuola, che è sicuramente quello a più alto rischio. Ovviamente abbiamo chiesto al governo di stanziare fondi per il buono baby sitter e di prevedere congedi per i genitori che per ragioni di lavoro non potrebbero tenere a casa i figli”.

“Il padiglione delle maxiemergenze non è costato più del previsto – aggiunge Emiliano sul Covid hospital in Fiera -. Semplicemente, man mano che i lavori proseguivano a una velocità straordinaria e rispettando i termini si sono aggiunte una serie di dotazioni tecnologiche e strutturali per rendere più flessibile l’utilizzo della struttura stessa. Il reparto è stato terminato dalla Protezione civile nei termini previsti ed è già stato attivato. Voglio ricordare che sul percorso di apertura di questo reparto del Policlinico di Bari ha pesato una vicenda giudiziaria che lo ha privato per mesi dell’intera direzione strategica e cioè dei suoi tre principali dirigenti, che ho dovuto sostituire con un commissario che, pur bravissimo e occupandosi anche del Policlinico di Foggia, ha dovuto subentrare in corsa. E poi ha dovuto lasciare l’incarico prima di poter aprire la struttura a causa dell’annullamento delle misure da parte del tribunale del riesame, che ha reimmesso in servizio la direzione strategica precedente che ha dovuto subentrare nuovamente al commissario. È chiaro, ed è la prima e ultima volta che lo dico, che questa vicenda giudiziaria non ha aiutato il Policlinico di Bari. Purtuttavia abbiamo rispettato i tempi per l’apertura della struttura e adesso la utilizzeremo, spero il meno possibile. Perché ho perfino sentito dire da qualcuno che la struttura era inutile in quanto non abbiamo avuto bisogno di utilizzarla fino a ora”.

“Io non mi sono ancora vaccinato, aspetterò il mio turno. Per quanto riguarda i furbetti del vaccino, il nostro Nucleo investigativo, coordinato dall’avvocato Antonio La Scala, sta facendo un lavoro egregio di controllo – conclude -. La stragrande maggioranza dei vaccini si è svolta nel rispetto dei target e delle regole. Non si rileva allo stato un fenomeno da furbetti: le ispezioni hanno individuato singoli casi, specie nelle prime settimane della campagna. Il lavoro continua in modo rigoroso. La vaccinazione di massa di tante persone non è un’operazione routinaria. Abbiamo messo in piedi una macchina che risponde a esigenze di larghissima scala con tutta una serie di disagi che, anche nel migliore dei casi, sottopongono i cittadini a un notevole stress. Con i medici di famiglia finalmente in campo possiamo vaccinare a domicilio gli ultraottantenni ancora in attesa, i cittadini ad alto livello di vulnerabilità e i disabili gravi. Siamo i primi in Italia per somministrazioni rispetto alle dosi consegnate. Abbiamo praticamente completato tutto il personale scolastico, pur avendo 15mila operatori sanitari in meno rispetto all’Emilia-Romagna a parità di abitanti. Ricordo che ne abbiamo di meno perché non ce li fanno assumere, vigendo il principio della spesa storica e non quello dei livelli essenziali delle prestazioni. I prossimi vaccini andranno alle persone più fragili e poi si procederà per fasce di età. I tempi di somministrazione dipendono soltanto dalla disponibilità di dosi, quindi da Roma. Noi siamo pronti anche alle vaccinazioni di massa”.