“Se io non voglio vaccinarmi contro il coronavirus vado a fare altri mestieri come il verduraio, il meccanico, non vado a fare l’infermiere”. Parole dure quelle dette dall’assessore alla Sanità della Puglia, Pier Luigi Lopalco, durante il suo intervento a Piazzapulita. Dall’intervista è emerso quanto sia favorevole al licenziamento di infermieri e medici che non si sottopongono al vaccino anti coronavirus.

Lopalco ha sottolineato di quanto sia difficile la gestione del sistema sanitario regionale nel caso di una massiccia resistenza del personale medico alla vaccinazione. Difficoltà legata ai licenziamenti.

In Puglia è stata approvata una legge regionale che obbliga gli operatoti sanitari a ricevere il vaccino anti covid con lo scopo di prevenire i contagi. La legge è stata approvata dal Consiglio regionale e le misure, rivolte al personale sanitario, sono in linea con le disposizioni previste dalla legge regionale 19 del 2018 in fatto di prevenzione verso malattie come epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella, difterite, tetano, pertosse, influenza e tubercolosi.

“Non abbiamo strumenti per licenziare medici e infermieri che non si vaccinano, ma con questa legge possiamo allontanarli perché non idonei. Avevamo in Puglia – ha spiegato l’assessore – una legge che permetteva al datore di lavoro attraverso il medico competente quello che è il giudizio di inidoneità alla mansione, per quegli operatori sanitari che non si vaccinano. Ad esempio, se non mi vaccino al morbillo non posso prestare servizio in un reparto di oncoematologia pediatrica. Questo era il principio: oggi l’abbiamo aggiornata al Covid. L’unico problema è che è difficile trovare un luogo dove un operatore sanitario non vaccinato al Covid non faccia danni”.

“Fino ad ora non ci è capitato grazie alla enorme adesione alla campagna vaccinale. Le sporadiche segnalazioni le stiamo valutando. In questo momento gli infermieri sono forti del fatto che sono pochi nelle strutture e soprattutto nelle rsa”.