“Ascolto con sconcerto parole di rassicurazione ed ottimismo intorno al fatto che la velocità del contagio stia rallentando. Il problema è che, se tutti lo ripetono, la gente alla fine ci crede”.

Inizia così il post pubblicato su Facebook da Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della Regione Puglia, che usa una metafora automobilistica per spiegare l’andamento della curva epidemiologica in Italia.

“Molte regioni italiane nelle ultime settimane hanno effettivamente fatto registrare valori di Rt stabili o addirittura in diminuzione. Cosa vuol dire? Che siamo fuori dal tunnel? L’indice Rt, se vogliamo utilizzare una metafora automobilistica, ci dice quanto una macchina stia accelerando – si legge nel post -. Ovvero di quanto la sua velocità aumenta ogni secondo. Se una macchina viaggia a 300 Km/h, anche se va a velocità costante e non accelera, se impatta contro un muro si fa male o no?”.

“Voglio dire: se la curva epidemica ha raggiunto dimensioni critiche, il numero di nuovi casi giornalieri non solo continuerà ad essere alto, ma in presenza di un Rt superiore ad 1 continuerà perfino a crescere – spiega Lopalco -. Se il valore Rt è inferiore a quello della settimana precedente, crescerà meno di quanto crescesse la settimana precedente, ma continuerà comunque a crescere. Rt pari a 1,5 significa che ogni 2 casi nel giro di un periodo di incubazione se ne creano 3. Per avere un’idea di confronto, la normale curva di crescita di una stagione influenzale si sviluppa con valori di R intorno a 1,2. In questo momento, dunque, l’ epidemia di COVID19 sta crescendo ad un ritmo superiore a quello dell’influenza. Con la differenza che l’influenza non necessita di tanti posti letto e terapie intensive”.

“Insomma siamo ben lontani dal cantare vittoria – spiega l’assessore alla Sanità -. La pressione sui servizi sanitari nelle prossime settimane continuerà ad aumentare. Si stabilizzerà solo quando il numero di nuovi ricoveri sarà pari al numero di dimissioni. E si allenterà solo quando le dimissioni saranno superiori ai ricoveri”.

“Prima di allora dobbiamo rafforzare le misure di prevenzione primaria. Ovvero il distanziamento sociale – conclude Lopalco -. Altrimenti andremo a sbattere contro il muro a 300 all’ora. Chilometro più, chilometro meno”.