Una giornata di turbolenze si è aperta nella città di Bari con uno scandalo che ha scosso l’opinione pubblica locale. La rassegna stampa ha mostrato il sindaco Antonio Decaro in una foto insieme a una sorella e una nipote del noto boss Tonino Capriati, attualmente detenuto da oltre 30 anni e membro di una famiglia con legami discutibili con la criminalità organizzata.

Decaro si è trovato nel mezzo di una tempesta mediatica, spiegando di non aver riconosciuto le due donne nella foto e di aver dovuto consultare ex membri delle forze dell’ordine e persino il parroco della città vecchia per ottenere informazioni. Ha precisato che le signore in questione sono parenti del boss Capriati, ma ha negato qualsiasi connessione con il resto della famiglia criminale.

Le polemiche non si sono placate, con il centrodestra che ha attaccato il sindaco per l’incidente, criticando anche l’arrivo della commissione d’accesso del Viminale incaricata di valutare eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune. Questa commissione è giunta in seguito all’inchiesta della Dda che ha portato a numerosi arresti e ha rivelato casi di voto di scambio politico-mafioso e favoritismi nei confronti della criminalità organizzata.

La presidente del consiglio Chiara Colosimo ha fatto riferimento alle parole del governatore Michele Emiliano, il quale ha raccontato un aneddoto riguardante una visita ad una sorella del boss Capriati, smentito poi dal sindaco Decaro. Colosimo ha condannato le dichiarazioni di Emiliano, definendole “profondamente sbagliate”.

Il sindaco Decaro si è difeso, affermando di aver sempre segnalato eventuali situazioni sospette, incluso il caso dell’assunzione di parenti di esponenti della criminalità organizzata presso Amtab, la municipalizzata del trasporto pubblico. Ha inoltre respinto le accuse di non aver mai obiettato sugli accessi d’ispezione del Viminale, sostenendo che ogni volta che ha avuto conoscenza di tali fatti, ha collaborato pienamente con le autorità competenti.

Mentre la polemica infuria, la premier Giorgia Meloni ha difeso l’intervento del ministro dell’Interno, respingendo le accuse di strumentalizzazione politica e ribadendo l’impegno del governo per la legalità e la trasparenza.

La giornata si è conclusa con molte domande ancora irrisolte e tensioni palpabili nel tessuto politico della città di Bari.