Con la riacutizzazione del virus la vera criticità al momento è data dai trasporti pubblici. Sono tante le segnalazioni di autobus, pullman e treni sovraffollati in cui è impossibile mantenere il distanziamento sociale e dove le misure di sicurezza prese nelle scuole e posti di lavori vengono completamente vanificate.

Sull’argomento sono anche intervenuti il sindaco di Bari, Antonio Decaro e il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano. Entrambi hanno provato a immaginare soluzioni alternative come entrate in orari differenti nelle scuole e ingressi scaglionati negli uffici pubblici.

Il presidente di Confesercenti Puglia, Benny Campobasso, in attesa o in alternativa ai provvedimenti che rafforzino lo smartworking o la didattica a distanza, propone che “tra pubblico e privato venga sancito intesa affinché gli operatori dei trasporti turistici possano affiancare e rafforzare il sistema di trasporto pubblico. Un accordo in tal senso consentirebbe di superare l’attuale emergenza e contestualmente darebbe lavoro ad una categoria spesso ignorata che da 8 mesi oramai non svolge più alcun tipo di attività e non ha potuto usufruire neanche dei sostegni finanziari adeguati”.

Nonostante non risultino indagini o statistiche ufficiali del settore NACC (Noleggio Autobus con Conducente), le fonti/elaborazioni Isfort sui dati Anav-MIT, evidenziano che in Italia ci sono circa 6mila aziende che svolgono attività di trasporto persone mediante autobus con circa 30mila veicoli immatricolati, di cui oltre 3mila acquistati negli ultimi 3 anni che – allo stato attuale – risultano bloccati per la mancanza di utenza e dalle misure restrittive di prevenzione sul distanziamento sociale. In Puglia le imprese attive in questo settore sono circa 500.

Identica situazione si registra per le aziende di noleggio vetture con conducente che contano 28mila titoli autorizzativi e coinvolgono circa 60mila unità lavorative. In Puglia, sono circa 2mila. Tali attività risultano essere seriamente compromesse e la solvibilità delle aziende è a rischio, vista la mancanza di interventi mirati a garantire la sopravvivenza ed il mantenimento dei livelli occupazionali.

“Un provvedimento in tal senso – conclude Campobasso – garantirebbe l’effettivo godimento del diritto alla mobilità lavorativa, universitaria, sanitaria, alla mobilità avente alla base ragioni di cultura e svago, senza tralasciare e sottovalutare il ruolo strategico di promozione del territorio. Difatti, data la morfologia del nostro territorio, molti siti di interesse culturale non sono raggiungibili con il trasporto pubblico restando quindi non accessibili, scarsamente conosciuti e improduttivi”.