Gli Amministratori di Condominio segnalano una serie di mancanze normative che rendono molto complicato il loro lavoro a servizio di chi abita in un condominio.

Il Dott. Alessandro Recchia, Amministratore Condominiale di Castellana Grotte, dopo un proficuo e interessante confronto con diversi colleghi, pone l’attenzione su un tema che riguarda milioni di cittadini che vivono in edifici condominiali e migliaia di professionisti e artigiani che ruotano attorno al “Mondo Condominio” appunto.

Diversi professionisti appartenenti alla categoria degli Amministratori di Immobili hanno infatti deciso di scrivere alle Istituzioni per segnalare ed evidenziare forte preoccupazione e disappunto “in merito all’assoluta mancanza di considerazione normativa, riscontrata nei confronti della categoria professionale e dell’intero mondo condominiale, in occasione dell’emergenza Covid-19 a tutt’oggi in essere”.

Le questioni aperte sono dunque di estrema rilevanza. “Nessun provvedimento – scrivono nella lettera – è stato assunto in merito alla convocazione delle assemblee condominiali in modalità on line, né protocolli sono stati dettati in materia, lasciando a carico degli Amministratori di Condominio il rischio e la relativa responsabilità, anche penale, che le adunanze assembleari diventino luogo ed occasione di contagio”.

“Questo è un periodo nel quale si assiste ad una recrudescenza dei contagi in ogni regione italiana. Ed è in questo periodo, di ripresa preoccupante del virus (probabilmente destinato a divenire ancora più importante con l’arrivo della stagione invernale nonché della famigerata seconda ondata) e di diffusa sottovalutazione, che gli Amministratori di Condominio saranno altre sì chiamati ad organizzare le assemblee condominiali per l’approvazione dei bilanci (difficoltosa per non dire impossibile allo stato attuale) e per dare avvio alle complesse procedure del BONUS 110%, attraverso il quale il Governo confida di rilanciare l’economia, favorire l’efficientamento energetico degli stabili in condominio e svecchiare il patrimonio immobiliare degli Italiani”.

“Continuare, da parte del Governo, ad omettere interventi ad hoc sul tema delle assemblee condominiali “on line” (quando peraltro tante attività e uffici, soprattutto pubblici, sono ancora in smart working) significa mettere a rischio milioni di cittadini dal punto di vista sanitario, nonché sancire l’impossibilità di una formale approvazione dei bilanci e altre sì decretare il fallimento del Bonus 110%, oltre una indeterminabile serie, nemmeno tanto eventuale, di altri problemi e disservizi, dando così prova di ignorare ciò che nella pratica accade e può accadere durante gli incontri assembleari”.

“Riunire in presenza qualsiasi compagine condominiale, dalla più piccola alla più grande, comporta una serie di rischi e responsabilità, sia sotto un profilo giuridico che da un punto di vista prettamente sanitario, che la Categoria degli Amministratori non deve e non può assumersi, atteso che l’Amministratore di Condominio, così come il Presidente dell’assemblea peraltro, non è un Pubblico Ufficiale cui è conferito il potere di controllo, contenimento e contrasto di comportamenti a rischio, che chiunque potrebbe porre in essere nel corso dell’assemblea medesima.”

In estrema sintesi dunque, gli Amministratori di Condominio chiedono al Governo di emanare con urgenza i seguenti provvedimenti:

  • Normazione dell’assemblea in “modalità on line”, atta a legittimare la piena, indiscutibile e inoppugnabile adozione della stessa sia in fase convocazione che, ovviamente, di svolgimento, con onere a carico dei singoli partecipanti al Condominio (condomini) di dotarsi dei relativi strumenti di ricezione della convocazione e di partecipazione, atteso che, quando gli Amministratori di Condominio convocano una “tradizionale” assemblea “ in presenza”, nessuna norma impone agli stessi di sincerarsi che tutti i convocati abbiano, ad esempio, ritirato la raccomandata contenente l’avviso di convocazione, o che dispongano di opportunità e mezzi per raggiungere il luogo in cui si terrà l’assemblea e, più genericamente, per parteciparvi;
  • Rimessione in termini o proroga degli stessi (a seconda che si sia incorsi o meno in decadenza), a far data dall’entrata in vigore dell’auspicato provvedimento normativo, per tutte le deliberazioni tipiche delle assemblee ordinarie (in primis approvazione dei bilanci);
  • Restrizione della facoltà di richiedere convocazione di assemblea straordinaria ex art. 66 1’ comma c.c., da consentire solo quando vi siano comprovate ragioni di necessità e urgenza (tanto al fine di ottimizzare i tempi, concentrandosi su temi importanti quali, ad esempio, Ecobonus e Sismabonus);
  • Obbligo per i soggetti amministrati di eseguire il versamento delle quote condominiali attraverso bonifico e/o bollettino predisposto e spedito dall’Amministratore in modo da evitare inutili quanto pregiudizievoli ingressi negli studi professionali, con conseguente rischio di contagio.

“Sembra quasi – conclude la lettera – che l’intero mondo politico abbia scelto deliberatamente e improvvidamente di ignorare appelli e sollecitazioni sulle peculiari esigenze che, in relazione al Covid-19, hanno coinvolto la casa in cui vivono milioni di italiani: il condominio”. La Categoria, infine, auspicherebbe anche l’istituzione di un Ordine Professionale Nazionale così come accade per tutte le altre Libere Professioni, nonché una sostanziale riforma della L. 220/2012.