Sulla gestione del 118 barese si è aperto un dibattito. La lettera del medico e sindacalista del 118, Francesco Papappicco, ha fatto scaturire diverse reazioni, compresa quella dell’ex primario del Pronto Soccorso dell’ospedale Di Venere a Bari, Carlo Marzo.

INTERVENTO EX PRIMARIO CARLO MARZO – Devo esprimere tutta la mia solidarietà al dottor Francesco Papapicco, medico di prima linea e non imboscato in fantomatici uffici direzionali, che in questa vicenda come nelle precedenti subisce le intimidazioni di personaggi inqualificabili sui quali ancora si attendono le decisioni della magistratura.

Nella storia raccontata da Papappicco devo solo fare una puntualizzazione relativa alle dimissioni presentate dal dottor Dibello alla Asl Bari dall’interim del 118, che furono determinate non dalle vicende narrate e subìte insieme alla collega Francesca Mangiatordi, bensì dal fatto che il dottor Dibello aveva accettato l’incarico di Direttore del Pronto Soccorso della Casa di Cura Mater Dei in via di accreditamento e di apertura.

Infatti la delibera regionale di accreditamento del Pronto Soccorso della Mater Dei, riporta nominalmente il dottor Dibello quale primario titolare dello stesso, pronto soccorso che fu accreditato anche per il possesso di tale requisito obbligatorio per ottenere l’accreditamento istituzionale. Dopo la deliberazione dell’accreditamento regionale del Pronto Soccorso della Mater Dei Dibello chiese la revoca delle dimissioni dalla Asl e tale revoca, illegale sia per legge che per i regolamenti e le disposizioni della Asl, fu accettata dall’allora direttore Risorse Umane, lo stesso che aveva imposto con lettera al dottor Dibello la obbligatoria osservazione del trimestre di preavviso di dimissioni e che era stato l’autore e firmatario del regolamento aziendale che ne impediva la revoca.

Così Dibello, rientrato inopinatamente alla Asl riprese i suoi incarichi ad Altamura ed al 118, posti che lo avevano atteso con molta ansia. Su questa vicenda pendono procedimenti presso la procura della Repubblica di Bari e all’ANAC di Roma di cui si attendono gli esiti.
Tanto solo per chiarezza e per esprimere solidarietà e vicinanza al dottor Papapicco e a tutti gli operatori del SET 118, che con sacrificio ed onore svolgono il loro gravoso compito nonostante la mancanza di dispositivi di protezione e la presenza di simili dirigenze.