Torniamo a parlare del discusso dispositivo del comando e del ricorso che se ne fa nella Asl di Bari, in particolare per la vicenda che riguarda gli anestesisti, come osservato dalla Funzione Pubblica della Cgil. L’articolo con cui vi abbiamo dato conto della faccenda ha suscitato la reazione dell’associazione ConSlancio Onlus, che ha inviato alla mail di redazione, oltre che alla stessa Asl, al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e alla FP Cgil, una nota in merito.

La posizione espressa dalla onlus è in sintesi agli antipodi con il sindacato; in passato, infatti, la stessa associazione, in nome e per conto delle famiglie dei malati affetti da Sla, ha scritto alla Regione e all’Azienda Sanitaria Locale chiedendo il potenziamento dell’Unità di Fragilità e Complessità, andata in crisi dopo la scomparsa della dottoressa Pesce.

Per l’associazione, il sindacato “ha solo a cuore il disagio di qualche associato medico” e dunque si tratta sono di “una fredda polemica”. Su questo, se la Fp Cgil lo riterrà opportuno, troverà certamente modo e occasione per replicare.

Quanto al “vivo sconcerto per la facilità con cui la redazione del giornale abbia diffuso tale notizia senza ascoltare minimamente i bisogni delle famiglie dei malati”, diciamo semplicemente che i bisogni dei malati non sono assolutamente in discussione, così come però non lo devo essere diritti/doveri dei medici e le leggi dello Stato.

Lungi da noi l’idea di “distruggere il cammino di miglioramento dei servizi” fin qui intrapreso, ma il dispositivo del comando, lo ha ricordato la Fp Cgil, ha carattere transitorio e non strutturare; dunque, stante la necessità di potenziare l’Unità di Fragilità e Complessità, questo non deve avvenire a spese di qualcuno e in favore di qualcun altro, ma mediante la mobilità e il concorso. E questo, non lo diciamo noi, ma la legge. In ogni caso, qui di seguito, il testo integrale ricevuto via mail.

L’Associazione ConSlancio Onlus ritiene opportuno intervenire sulla notizia diffusa dalla vostra redazione dal titolo “Asl Ba gli anestesisti si spostano a comando”, riferita peraltro a una precedente comunicazione della CGIL Funzione pubblica avente come oggetto la deliberazione 521 del 26 marzo c.a. della Asl Ba.

Tali interventi entrano in evidente contrasto con le necessità manifestate da numerose famiglie pugliesi di malati affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica che hanno più volte sollecitato la Asl Ba a migliorare i servizi offerti dalla Unità di Fragilità e Complessità operante a domicilio dei nostri malati.

Dopo la scomparsa della dottoressa Pesce, la suddetta Unità ha incontrato serie difficoltà nel garantire un servizio di qualità a domicilio perlomeno nella zona di Bari: disagi significativi delle famiglie nell’avere un riferimento telefonico nelle urgenze, un ascolto attento nei bisogni assistenziali quotidiani, un intervento domiciliare professionale ed in tempi consoni rispetto a specifiche criticità, eccetera.

Una raccolta firme di circa trenta famiglie ha espressamente richiesto una figura medica attualmente operante presso l’IRCCS De Bellis di Castellana Grotte, per la sua documentata e decennale esperienza nell’assistenza dei nostri malati, che ricordo essere in ventilazione e nutrizione artificiale h24, oltre che per la disponibilità a intervenire con sollecitudine in frequenti momenti critici.

L’attenzione alla nostra manifesta richiesta ha incontrato la sensibilità e la comprensione del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e del Direttore generale della Asl Bari, Antonio Sanguedolce con l’attesissima delibera 521 del 26 marzo.

Si prova sconcerto dinanzi alla fredda polemica aperta da un sindacato CGIL, con la comunicazione del signor Mazzarella, che probabilmente ha solo a cuore il disagio di qualche associato medico, oggetto di contestazioni da parte dei familiari, trascurando i veri bisogni delle nostre famiglie che cercano specialisti professionali, disponibili e attenti all’ascolto dei nostri problemi.

Si esprime, inoltre, vivo sconcerto per la facilità con cui la redazione del giornale abbia diffuso tale notizia senza ascoltare minimamente i bisogni delle famiglie dei malati. Alla stessa redazione si chiede, pertanto, di rendere pubblica la posizione delle nostre famiglie chiaramente espressa attraverso questa comunicazione.

Nell’auspicio di far prevalere la qualità nell’assistenza, che solo il riscontro dell’utenza può validare, si chiede espressamente di non distruggere quel cammino di miglioramento dei servizi che rimane nelle attese e nelle speranze di chi è vittima di un destino tristemente e notoriamente molto difficile e purtroppo sconosciuto a molti.

Nicoletta De Rossi
Presidente dell’associazione