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Risposte certe e maggior coinvolgimento. A chiederlo sono l’Ordine delle Professioni infermieristiche di Bari e Bat e Federazione Italiana Medici di Medicina Generale Emergenza Puglia che, insieme ad altri ordini professionali, all’incontro con la Commissione consiliare regionale, con l’obiettivo di discutere del sistema di emergenza-urgenza.

Sul tavolo la discussa istituzione dell’Areu, l’agenzia regionale per l’emergenza urgenza della Regione Puglia, annunciata dal Governatore Emiliano: “Il disegno di legge in esame – spiega l’Opi Bari e Bat –  è finalizzato a perseguire la razionalizzazione della spesa e dell’economia d’esercizio e di efficientamento del sistema e di migliore performance identificata in termini di risposta sanitaria alla primary care, ma il testo è privo di molti presupposti normativi per la sua concreta applicazione”.

“La nuova Azienda erediterà tutte le problematiche preesistenti – fanno notare gli infermieri – a partire da quelle più insignificanti come, ad esempio, le sedi di alcune postazioni 118 che da tempo sono insicure, vergognose e non a norma laddove, anche la stesura di documento di valutazione dei rischi è assolutamente irrealizzabile; il ritiro delle divise sporche e la consegna di quelle pulite; la mancanza della rete internet e dei relativi pc in alcune postazioni; l’assenza di ambulanze per pazienti bariatrici”.

“Lamentiamo inoltre – sottolinea l’Ordine delle professioni infermieristiche – il mancato coinvolgimento alla formazione del processo decisionale e di implementazione dell’Areu Puglia, sin dalla fase di esame in sede tecnica. Questo disegno di legge, a nostro avviso, genera nel mondo infermieristico pugliese, soprattutto dell’area SEU 118, un’innumerevole quantità di domande alle quali si fa veramente fatica a dare una risposta”.

Gli infermi, quindi, pongono una serie di interrogativi a cui la Regione dovrebbe dare risposte chiare e certe. Tra i più importanti c’è quello dell’internalizzazione in Areu del personale delle associazioni di volontariato: “Esprimiamo forti riserve sulla legittimità del disegno di legge che a nostro avviso potrebbe determinare atti di impugnazione della legge da parte dello Stato. Il passaggio in Areu per l’attuale personale in servizio, avverrà in forma obbligata o sarà regolamentata? Come si determineranno gli ambiti territoriali per la destinazione in servizio del personale rispetto all’attuale sede di residenza e l’eventualità di sopraggiunta inidoneità alla mansione specifica?”

Altri punti molto discussi sono quello dell’elisoccorso e del soccorso in mare, argomento sul quale già il presidente Michele Emiliano aveva forni: “Quali le tempistiche, quali i costi e le risorse che la regione Puglia ha pianificato per l’attività HEMS? Se la regione Puglia ritiene indispensabile l’elisoccorso sanitario, si faccia in fretta e non si attenda la realizzazione dell’AREU. Sul soccorso sanitario in mare , pur essendo tra le prime regioni ad averlo organizzato in forma sperimentale, siamo in attesa di semplici protocolli d’intesa con la guardia costiera che già esegue attività Sar. Non è serve, anche in questo caso, aspettare la realizzazione dell’AREU;

“Oltre alle cinque Centrali Operative provinciali – sottolinea l’Opi – si aggiunge una nuova Centrale Operativa, quella Regionale con il compito di coordinamento. In verità si auspicava una riduzione del numero complessivo delle C.O. ma, malgrado si tenti di ridurle così come accade altrove, in Puglia siamo in rilevante controtendenza. Si prende atto così, di un ulteriore aggravio della spesa a carico del SSR a causa di un’ulteriore C.O”.

Sulla stessa linea di pensiero la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg) Emergenza Puglia: “Non siamo contrari alla nascita dell’Areu – ha dichiarato Nicola Gaballo – ma condividiamo i dubbi espressi dalle altre organizzazioni sindacali dei medici sul processo di nascita della nuova Agenzia, con l’internalizzazione del personale dedicato all’emergenza urgenza”.

“Ci preoccupa il fatto che i fondi attualmente stanziati per 525 medici convenzionati sarebbero sufficienti a coprire solo 200 medici dipendenti. – spiega Gaballo – La possibile conseguenza è di avere equipaggi sulle ambulanze privi di medico. Oppure, per garantire i livelli di assistenza precedenti, si rischia che possano essere dirottate su Areu risorse destinate al personale ospedaliero, che già soffre per piante organiche gravemente insufficienti.”

Rimane, inoltre, come “nodo di difficile soluzione”, il problema del “passaggio dell’attuale personale in convenzione alla dipendenza, che richiederebbe una modifica alla legge nazionale”.