“Ce l’abbiamo fatta, sette ragazzi, su una squadra di 18, voleranno in Canada per rappresentare l’Italia ai campionati mondiali di robotica”. Alessandro Marra è raggiante. Insieme ai docenti di Tecnologia, Pasquale Panebianco e Mariangela Piazzolla, e della docente di Arte e Immagine, Claudia Guglielmi, il presidente dell’associazione no-profit ROBOTICS ha affiancato e formato gli allievi della scuola Tommaso Fiore di Bari.

“Il mio pensiero – ha aggiunto – va agli altri 11 che hanno lavorato seriamente tutto l’anno per raggiungere questo traguardo. Sebbene non con la squadra al completo, era importate esserci”.

Dopo il trionfo alla competizione nazionale, abbiamo raccolto e lanciato l’appello per riuscire a raccoglie i fondi necessari, una cifra significativa tra volo, albergo, spedizione dei robot e permanenza a Montreal. Le casse delle istituzioni tra Miur, Regione e Comune, ci hanno detto a scuola, sono risultate desolatamente vuote per la prestigiosa trasferta.

“Inizialmente avevamo raccolto i soldi solo per quattro studenti – racconta Marra – per cui c’era molta tristezza nel partire con una compagine ridotta all’osso, poi sono arrivate una serie di donazioni inaspettate – arrivate anche dagli Stati Uniti – così abbiamo avvisati i ragazzi uno per mano man mano che arrivavano via via i fondi. Una di loro lo ha saputo il giorno del suo compleanno, è scoppiata a piangere per la gioia”.

Questi sono giorni frenetici: “Oltre agli adempimenti burocratici per l’espatrio, stiamo cercando di capire come trasportare i robot, li stiamo smontando per farli entrare in due normali valigie. Oltre a questo stiamo ripetendo all’infinito lo spettacolo, stiamo lavorando moltissimo coi ragazzi, che dovranno sostenere tutte le prove in inglese, e sulla parte tecnica. La squadra si sta impegnando tantissimo, ieri sera a tarda ora discutevamo in chat su alcuni esercizi di coding”.

L’ultimo pensiero prima di partire per il Canada, oltre che ai generosi sponsor, è rivolto alla gara: “Inutile dirlo, temiamo molto i giapponesi e soprattutto i cinesi, che hanno introdotto nelle scuole programmi specifici sulla robotica, hanno un loro campionato interno. non dimentichiamo che la popolazione cinese è di circa un miliardo di persone, chi arriva ai mondiali è veramente bravo”.